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ACCORDO PER LA MOBILITA’ ALLA ABBOTT
Resta il nodo degli Informatori

Roberto Cecere

CAMPOVERDE – E’ stato firmato lo scorso 22 novembre l’accordo per la mobilità che riguarda ventisette lavoratori dell’ AbbVie, la società nata qualche mese fa da una scissione di ramo d’azienda dell’Abbott di Campoverde, e di settantaquattro persone di cui settanta Informatori Scientifici del Farmaco, sparsi per tutta Italia, e quattro persone di sede. Un totale di 101 posizioni rispetto alle 189 dichiarate in esubero dalle due società al momento della apertura di mobilità. Un risultato ottenuto al termine di una  serrata trattativa che si è svolta tra le segreterie provinciali di Latina di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uilcem Uil, la RSU di stabilimento e le due società.

“Un risultato dai due risvolti” afferma Roberto Cecere Segretario Provinciale della Femca Cisl di latina” perché l’accordo sulla AbbVie permetterà l’uscita di volontari e di pensionabili consentendo all’azienda pontina di mettere in atto un cambio generazionale volto a favorire l’ingresso nel ciclo produttivo di giovani, molti dei quali sono già contrattisti, e di professionalità maggiormente scolarizzate. Un elemento quello del rinnovamento indispensabile per una società che si appresta ad entrare nel mondo del terzismo farmaceutico, dove a dettare le regole sono spesso velocità di esecuzione e ritmi di lavoro sostenuti”

Più complesso invece il discorso relativo agli Informatori Scientifici del Farmaco – spiegano ancora dalle segreterie sindacali – Si tratta di figure che avranno molta difficoltà nel potersi ricollocare in un mercato già saturo di altri operatori che svolgono lo stesso lavoro, e che è stato colpito da una crollo senza eguali. Una crisi certamente a livello globale ma che in Italia, specie negli ultimi tempi, è stata di molto accentuata dai provvedimenti governativi legati ai tagli lineari alla spesa sanitaria. Se a questo aggiungiamo che molte aziende farmaceutiche si stanno orientando sempre più verso la figura di un venditore di farmaci piuttosto che quella dell’ informatore scientifico vero e proprio, utilizzando anche contratti del commercio diversi da quelli del chimico-farmaceutico, si comprende come il futuro lavorativo per queste persone si preannunci estremamente complicato. Il sindacato è stato, quindi, costretto a fare un accordo che porta alla mobilità per questi lavoratori, cercando di tutelarne il più possibile almeno l’aspetto economico in uscita dal posto di lavoro. Per questo sono stati previsti incentivi economici all’esodo di un certo peso, legati alle fasce di età che, in alcuni casi, arrivano a superare i tre anni di stipendio.

“Facciamo ora appello alle Segreterie Nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uilcem Uil” continua Cecere” affinchè le diplomazie sindacali si rimettano in moto nei confronti di Farmindustria, perchè sul tavolo della discussione sia riaffrontato il tema degli Informatori Scientifici del Farmaco. Per noi, infatti, sono figure che non devono diventare semplici commessi viaggiatori, come qualcuno sta cercando di far passare, ma persone preparate in grado di assicurare l’adeguata scientificità al loro lavoro, mantenendo l’attuale area contrattuale di riferimento”

 

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