LATINA – “L’inchiesta pubblicata su La Repubblica, “Amianto: strage dimenticata”, che rende nota l’inchiesta sull’Isochimica di Avellino, ci evidenzia, se ancora ce ne fosse bisogno, che l’amianto è un pericolo da non sottovalutare mai nel tempo e che bisogna intervenire urgentemente per fermare le morti silenziose che determina. Nonostante siano passati oltre 20 anni dall’approvazione della legge nazionale che ha messo al bando l’amianto, molto poco è stato fatto negli scorsi decenni nel Lazio per garantire ai cittadini il loro diritto alla salute e per rimuovere questa fibra letale dal territorio”. La consigliera della Lista Zingaretti, Cristiana Avenali ricorda in un anota che secondo i dati del Centro Regionale Amianto “solo il 12% del territorio è stato mappato, mentre dal 2001 al 2012 sono stati registrati e confermati clinicamente 791 casi di mesotelioma maligno, numero destinato a crescere nei prossimi anni. Il censimento non è completo, e nel Lazio mancano indicazioni chiare sulla bonifica dei siti contaminati e sullo smaltimento”.
Per questo Avenali ha presentato una proposta di legge regionale, la n.93 del 2013, che individua in modo strutturale le azioni chiave per la prevenzione e la tutela della salute e per il risanamento dell’ambiente, bonifica e smaltimento dell’amianto.
“Anche il Lazio – rimarca – ha bisogno, infatti, di una legge regionale sistemica e complessiva che metta in campo strumenti adatti a promuovere politiche per la tutela e la prevenzione di esposti e potenzialmente esposti, quindi misure di assistenza e prevenzione sanitaria. Ma non solo. Perché l’amianto è un tema chiave per evidenziare la correlazione tra problematiche ambientali e salute: è quindi importante anche lavorare per il risanamento dell’ambiente, e in questo senso la mia proposta di legge prevede la possibilità di smaltire piccoli quantitativi di amianto a livello comunale, e la elaborazione di un piano regionale per le grandi opere di decontaminazione, smaltimento e bonifica. Grande risalto viene dato anche alla formazione di medici, operatori delle ASL e imprese, alla tenuta di registri specifici per edeifici e siti contaminati, per le imprese di bonifica e smaltimento, alle sanzioni per eventuali inadempimenti e prevede la creazione di un Nucleo amianto presso la Direzione Generale per la Sanità”.
Ora bisogna solo agire.