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Scandalo rifiuti, plauso di Cirilli all’inchiesta: “Ma non è tutto, il sistema è contorto”

L'assessore esprime forti dubbi sul rinnovo Aia alla Indeco

L'assessore all'Ambiente Fabrizio Cirilli nella foto è nell'area della discarica di Montello

L’assessore all’Ambiente Fabrizio Cirilli nella foto è nell’area della discarica di Montello

LATINA – “Siamo ben contenti di questa inchiesta che solleva il coperchio su un enorme calderone di cui fanno parte anche altre cose che andiamo denunciando da tempo”. Ha il dente avvelenato (con la Regione Lazio) l’assessore all’Ambiente del Comune di Latina, Fabrizio Cirilli che in in una conferenza stampa, tenutasi questa mattina, denuncia l’assurdità di una legge che consente ai privati gestori di discariche di accantonare genericamente, senza alcun vincolo specifico,  soldi cash che entrano con il pagamento delle utenze dei rifiuti, per le future bonifiche post mortem, e di gestirli a proprio piacimento quando sono danari che la legge pone a garanzia delle operazioni di bonifica da effettuare quando il privato non trarrà più reddito dall’esercizio del sito (in questo caso Montello). E’ questo infatti il cuore dell’inchiesta della Procura di Latina, svolta dalla squadra Mobile,  in seguito alla quale giovedì sono scattati gli  arresti di sei manager della Indeco e di società ad essa collegate. Lo stesso Cirilli in qualità di consigliere regionale d’opposizione, nel periodo della giunta Marrazzo, aveva presentato al Consiglio una proposta di legge per abolire questo assurdo vantaggio delle società titolari della concessione, scatenando un vero e proprio putiferio. Non se ne era fatto nulla, perché quel monte di danaro serve di fatto a garantire l’enorme debito che le amministrazioni hanno accumulato nei confronti dei gestori per i costi della discarica. Non ne ha fatto nulla dopo quella data nemmeno la giunta Polverini e oggi la palla è passata nelle mani del governo Zingaretti.

Ma Cirilli torna alla carica, e denuncia pubblicamente, carteggi alla mano,  anche altre cose tra cui il rinnovo (recentissimo) da parte della Regione, dell’autorizzazione AIA proprio alla Indeco, in assenza dei requisiti previsti e che dovevano sussistere alla data del 25 giugno 2014. Se entro quella data infatti il privato gestore non era in grado di dimostrare di aver avviato la bonifica del sito in maniera conforme al progetto depositato (e il Comune ha denunciato ad agosto che ciò non è avvenuto) e di essere in possesso delle polizze fideiussorie per la gestione post mortem, l’autorizzazione stessa doveva essere dichiarata decaduta.

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