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Intervista al sindaco di Latina Di Giorgi: “Resto per responsabilità verso la città”

Questa mattina le dimissioni degli assessori e del direttore generale Monti. "Oggi si respira un'aria diversa. Domani si cambia ancora"

Il sindaco Di Giorgi

Il sindaco Di Giorgi

LATINA – E’ provato, ma si dice anche sollevato. “Oggi si respira un’aria diversa qui”. A venti giorni dalle dimissioni, a dodici ore dalla loro revoca, il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi prova a spiegare che cosa è cambiato in questo breve tempo e il perché di un ripensamento che sembrava non dovesse arrivare mai.

Lo fa dopo aver formalizzato l’atto che lo ristabilisce – almeno  fino al prossimo consiglio comunale  – sulla poltrona verde di pelle al primo piano del palazzo comunale dove questa mattina ha ricevuto uno ad uno gli assessori per accogliere le loro dimissioni e dove si è recato poi, il direttore generale Rino Monti, anche lui per rimettere l’incarico.

“E’ dura – ammette – ma era l’unica strada possibile per dimostrare alla città che vivo con senso di responsabilità il compito che mi è stato affidato e che non ho paura di nulla. Non mi piace il fango. Non ho stretto accordi nelle segrete stanze, perché non mi fido. Non mi bastano 17, 19 forse anche 20 firme: chi mi appoggerà, dandomi la fiducia su un programma preciso in pochi punti che considero essenziali, lo farà pubblicamente davanti alla città, nel consiglio comunale che ho chiesto al Presidente Calandrini di convocare entro fine mese (il 26, 27 o 28). Lì non potranno esserci finzioni. Altrimenti si va a casa. Ma a testa alta”.

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Un accordo con il Nuovo Centro Destra? “Lo ripeto vado in consiglio senza rete. Vedremo chi vuole veramente stare al mio fianco”. E tra i punti del programma “blindato” anche la revisione di alcune scelte urbanistiche di giorgi revoca dimissioni sito 2

LA NOTA DEL PRIMO CITTADINO – “In maniera coerente e lineare con le ragioni che mi hanno indotto a presentare le dimissioni, vale a dire l’estrema litigiosità e i personalismi all’interno della maggioranza che non consentiva più di guidare i processi amministrativi e quindi di portare avanti agevolmente il programma sul quale ho ottenuto il consenso della città, ieri sera ho riunito tutta la maggioranza. Nonostante tutte le rassicurazioni ho deciso di portare il confronto nella massima trasparenza e nella sede istituzionale più opportuna, vale a dire in Consiglio comunale, dove ognuno dovrà assumersi davanti alla città l’impegno di affermare se il bene comune prevale sull’interesse singolo. Nei prossimi giorni la convocazione della massima assise cittadina e presenterò le linee programmatiche di fine mandato per verificare se esiste ancora una maggioranza e se vi sono le condizioni per andare avanti o porre termine alla consiliatura. Faccio tutto questo con senso di responsabilità verso la città, nei confronti della quale rispondiamo tutti con il nostro operato, nel rispetto delle prerogative che legge assegna al sindaco e alla centralità del Consiglio comunale nelle dinamiche dell’azione amministrativa.
In attesa di questa verifica ho proceduto a ritirare le dimissioni ed azzerare la Giunta municipale.
Ho infine raccolto gli aspetti essenziali di questa vicenda nella seguente lettera aperta che invio alla città”.

LA LETTARA ALLA CITTA’ – Torno a rivolgermi direttamente alla città di Latina, a distanza di venti giorni dalla mia decisione di rimettere l’incarico da sindaco. Senza tramiti, senza nascondere nulla dei gravi problemi all’origine della mia scelta, senza reti di protezione come ho sempre fatto nella mia vita. Come scrissi allora, per guidare una grande città come Latina occorrono: consapevolezza dei mezzi e delle difficoltà e serenità di giudizio ma anche unità d’intenti, possibilità di operare senza che lacci e lacciuoli tengano imbrigliate le mani e il cuore e quindi affidabilità delle persone, cose che invece sono venute ultimamente meno e che mi avevano portato alle dimissioni.

Oggi il quadro intorno a me non appare definitivamente mutato come io desidero ma per essere certo che lo strattone con cui ho voluto scuotere la politica latinense abbia prodotto i risultati sperati e valutare l’affidabilità della maggioranza, manca ancora un passaggio: il Consiglio Comunale.
Soltanto nel luogo che incarna lo spirito della nostra libertà, potrò verificare se le ragioni dell’unità prevarranno sugli egoismi personali restituendomi la libertà di poter guidare lo sviluppo di Latina secondo i miei convincimenti morali e civili. Io ci credo ancora. E non posso nascondere che molto in questo senso hanno fatto alcuni recenti articoli di stampa attraverso i quali si è gettato del fango maleodorante su di me, evidentemente per cercare di allontanarmi dalla guida della città ed aprire così la strada a nuovi arrivi o a vecchi ritorni. Ebbene, io so chi sono. Conosco i miei pregi e purtroppo anche i miei difetti. Che certamente non sono pochi.
Ma tra questi, di sicuro, non c’è la disonestà. Dunque l’idea che andandomene avrei indirettamente dato ragione a coloro i quali sibilavano che dietro il mio passo indietro vi fosse in realtà la fuga da chissà quale inchiesta giudiziaria, ha iniziato a macerarmi l’anima e alla fine ha contribuito alla scelta – che comunico ufficialmente oggi – di ritirare le dimissioni e di continuare ad essere orgogliosamente sindaco di Latina, in cui i nostri sogni diventano il mutare delle nostre azioni, perché se non li seguiamo ci verranno imposti da altri.
Ovviamente a patto che lo vogliano i consiglieri della mia maggioranza, di cui dunque attendo di valutare la fiducia e l’attendibilità, accettando alcuni cambiamenti importanti. Sento forte la necessità di spalancare le finestre della nostra amministrazione e di fare entrare aria fresca, così da poterci dedicare tutti con ancora maggior efficacia all’attività amministrativa.
Devono cambiare alcune cose: dentro le direzioni dell’ente comunale, così come dentro la giunta esecutiva che accompagnerà il mio lavoro, che scaturirà dall’eventuale maggioranza che mi darà la fiducia e di cui, in ogni caso, conserverò alcuni assessorati: urbanistica, bilancio, ambiente. Dovrà essere garantito l’ingresso in giunta di uomini e donne di straordinaria levatura civile capaci di contribuire con la propria esperienza e professionalità al raggiungimento degli obiettivi, oltre che per continuare battaglie importanti per la città, come difendere la realizzazione a Latina del Centro di alta diagnostica finanziato dalla Fondazione Roma. Oltre che per tutelare i cittadini di Latina dal rischio che alcuni problemi irrisolti emersi dal mare buio del passato possano compromettere la loro sicurezza economica e sociale, insieme a quella dei loro figli. Penso alle questioni quali la pressione fiscale, Latina Ambiente, Metropolitana leggera, solo per citarne alcune. Ma soprattutto esaudire il desiderio di assessori, consiglieri e migliaia di cittadini di Latina di vedere completate le opere avviate.
So di chiedere un grande sacrificio alla “politica”, di cui mi sento parte; so di chiedere un passo indietro rispetto alla normale dinamica dei rapporti fra partiti. Latina è un faro per quel popolo moderato, conservatore, cattolico e liberale che non ha smesso di sognare e lottare per un’Italia nuova, a partire proprio dalla nostra giovane città.
Io sono pronto, a mettere ancora una volta in questa sfida tutto me stesso e, insieme a me, mi auguro anche i partiti ed i gruppi che mi hanno finora sostenuto. Spero di ritrovarmi presto insieme a persone che abbiano lo stesso spirito da combattenti. Lo sapremo presto.

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