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economia in provincia di latina

Crisi senza fine, i sindacati presentano la relazione: numeri drammatici

Il 20 incontro al Cafaro con i segretari regionali, chiesto tavolo in Regione

FOTO CISL CGIL E UIL (AUSILI BRIGANTI GARULLO)LATINA – Il tessuto economico della provincia di Latina vive un momento drammatico, i dati ce lo hanno spesso detto, ma ora uno studio approfondito di Cgil, Cisl e Uil traccia un quadro veramente preoccupante, forse ancora più drammatico di quanto si poteva immaginare. E i numeri sono davvero impressionanti, ogni azienda dalle più piccole a quelle più grandi ha vissuto, nel corso degli ultimi anni e del 2014 in particolare, una diminuzione di personale, se non addirittura la chiusura. Ecco perchè le segreterie provinciali dei sindacati confederali hanno deciso di organizzare un incontro che si terrà il prossimo 20 febbraio presso il teatro Cafaro di Latina per chiedere a gran voce alla Regione Lazio di tornare a parlare del “Caso Latina”, non solo al tavolo che è stato spostato in Provincia, ma con l’intento di fare qualcosa, di sbloccare fondi e di far ripartire l’economia perchè il rischio, concreto è che le grandi aziende rimaste possano andare via.

Ascoltiamo Luigi Garullo, segretario della Uil.

garullo

UNIVERSITA‘- Sono cinque i punti da cui partire per rilanciare il territorio: la legalità “perchè – ha spiegato Anselmo Briganti, segretario della Cgil – non esiste solo un caso Roma, in provincia abbiamo un problema serio soprattutto nell’agricoltura con il caporalato e i permessi di soggiorno non in regola”; futuro e giovani: “Le aziende, soprattutto quelle chimiche, non fanno più ricerca e allora i nostri ragazzi si trovano a dover andare via da Latina per cercare lavoro altrove, non possiamo più permettercelo”, continua Briganti; Stato sociale e sanità perchè per permettere la crescita e lo sviluppo non si può fare a meno di questi due punti focali; tassazione locale, una delle più alte “Basti pensare che tranne Cisterna e Aprilia che hanno una Tari allo 0,2% – spiega il segretario della Cisl Tommaso Ausili – tutti gli altri Comuni arrivano allo 0,8%. Ovviamente questo non è attrattivo per le aziende che non solo decidono di non investire sul territorio, ma fuggono alla ricerca di territori più vantaggiosi”; puntare poi sullo “Sviluppo del territorio”, promuovendo il ripristino dei siti dismessi e puntando sulle peculiarità come il turismo.

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