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IN PIAZZA BUOZZI

Processo agli ultras del Latina, la protesta dei tifosi fuori dal tribunale

Striscione e cori: "Difendere la città non è un reato". La lettera di un testimone

striscione ultras tribunaleLATINA –  In libertà con obblighi di Polizia giudiziaria i tifosi arrestati dalla Polizia dopo gli scontri di sabato dopo la partita Latina – Pescara. Il processo per direttissima si è concluso davanti al guidice monocratico Silvia Artuso ed è stato rinviato al 4 maggio.

Un gruppo di circa cinquanta ultras si è radunato questa mattina fuori dal Tribunale di Latina per esprimere solidarietà ai sette tifosi della curva nord arrestati ieri dalla Digos per gli scontri avvenuti prima della partita Latina-Pescara, sabato 14 febbraio,  quando gli abruzzesi hanno raggiunto il settore dei nerazzurri armati di bastoni e lanciando oggetti, per scatenare la violenta reazione del tifo organizzato del Latina, che ha risposto alla provocazione. In Piazza Buozzi, cori per chiedere la liberazione di Giancarlo Alessandrini, 41 anni, Emanuele Minniti, 20 anni, Alessio Di Razza, 19, Mirko Abbracciante, 30, Massimo Scarpati, 50 , Stefano Simi, 38 e Giancarlo Fabroni, 42 anni (il primo è il capo-ultras nerazzurro). E’ stato anche affisso uno striscione per ribadire la tesi già espressa ampiamente ieri sui social: “Quando i tifosi avversari sono arrivati lanciandoci contro oggetti ci siamo schierati per difendere le famiglie che entravano allo stadio. Ci chiediamo chi ha consentito che i pescaresi arrivassero sotto la nostra curva, è una cosa assurda che non doveva succedere. Le forze dell’ordine sono arrivate dopo”, si accalorano gli altri appartenenti alla tifoseria locale. Fuori dal palazzo di giustizia anche momenti di tensione con alcuni agenti della Digos.

L’avvocato Fabrizio Cannizzo che assiste sei dei sette imputati ha annunciato che chiederà i termini a difesa per poter analizzare il materiale probatorio nelle mani degli investigatori. L’accusa è per tutti di rissa, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, lancio pericoloso di oggetti, porto abusivo di arma, violenza durante manifestazioni sportive travisamento e per uno degli arrestati, di rapina.

LA LETTERA DI UN TESTIMONE – L’avvocato Oliviero Sezzi in una lettera ripercorre i fatti di sabato e offre la sua testimonianza che qui pubblichiamo integralmente:

Buonasera, sono un cittadino di Latina che, a fronte delle inesattezze apprese sugli organi di stampa, sente la necessità di offrire la propria testimonianza dei fatti accaduti nei momenti precedenti la partita di calcio Latina Pescara.
Lo scrivente, libero professionista lontano da qualsiasi frangia di tifo organizzato, si stava recando allo Stadio insieme al padre ultrasessantacinquenne e ad un amico quando, all’altezza di Piazza Quadrata, notava alcune macchine ferme dinanzi le transenne che avrebbero dovuto impedire l’accesso nella zona antistante lo stadio Francioni. Tale circostanza veniva notata in quanto, dalle macchine in fila, ci venivano rivolti alcuni insulti che, naturalmente, attiravano la nostra attenzione. Noncuranti di ciò e percependo l’imminente pericolo, ci allontanavamo proseguendo la camminata ed imboccando repentinamente via Vittorio Veneto proprio di fianco le transenne ivi presenti.
Il fatto sconcertante è che i vigili ivi presenti, nonostante la partita fosse ad alto rischio, a semplice richiesta di informazioni su come raggiungere il settore ospiti, spostavano le transenne per permettere alla fila di auto di accedere indisturbate all’interno dell’area antistante lo Stadio.
Così, le auto imboccavano direttamente la zona di via dei Mille, alle spalle della curva nord, ove iniziavano a lanciare oggetti e petardi verso le persone che si accingevano ad entrare allo stadio.
Inevitabilmente si verificavano gli scontri in quanto alcuni tifosi del Latina, in procinto di entrare in curva nord, si dirigevano verso le auto dei tifosi del Pescara per fare da scudo alle persone, donne e bambini, che in quel momento transitavano.
L’aspetto più preoccupante è stata la facilità con cui i vigili, nonostante si trattasse di partita a rischio 4 per la sicurezza, invece di fermare le auto e di chiamare i reparti della Polizia presenti a distanza di pochi metri per scortare le auto dei tifosi del Pescara, li abbia fatti entrare indisturbati nell’area transennata.
Dagli organi di stampa, evidentemente per giustificare l’ingiustificabile, si legge di minacce perpretate dai tifosi del Pescara ai vigili presenti per entrare “di forza” nella zona antistante lo stadio che in realtà non sono mai avvenute.
Sono stato personalmente testimone del fatto che, a richiesta di informazioni su come raggiungere il settore ospiti, i vigili abbiano permesso ai facinorosi di entrare all’interno della zona che avrebbe dovuto essere inaccessibile, mettendo a rischio l’incolumità di persone, come il sottoscritto, che si recavano allo stadio in maniera del tutto pacifica.
Certamente ogni comportamento di violenza verificatosi successivamente è da criticare e condannare ma, di certo, non è accettabile veder messa a repentaglio la propria sicurezza per una evidente superficialità delle forze dell’ordine il cui compito doveva essere quello di presidiare la zona antistante lo Stadio Francioni”.
 Avv. Oliviero Sezzi
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