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il caso

Foto osé in Consiglio, Patarini sporge querela: “Chi ha violato la mia privacy la pagherà”

Il consigliere comunale ripreso e postato su Fb: "Valuterò le mie dimissioni".

patariniLATINA – “Ho formalmente sporto querela per diffamazione e violazione della privacy nei confronti di chi, non avendo altri argomenti, ha in maniera ignobile e vile ripreso e pubblicato sui social network un video che mi ritraeva nell’aprire immagini giunte attraverso la piattaforma whatsapp che come molti sanno appena ricevute vengono poste nella galleria immagini del telefono cellulare”.  Così il consigliere comunale Maurizio Patarini  si difende dopo la diffusione del video che lo immortala di spalle nell’aula consiliare del Comune di Latina, in corso di seduta, mentre guarda sul suo telefono immagini a contenuto non propriamente politico. Un video che è divenuto inevitabilmente virale.

“Questi vigliacchi  – prosegue Patarini che si serve di Fb per annunciare la querela – hanno ripreso e rubato la mia privacy. Nella galleria sono presenti anche immagini di familiari nonché minori pertanto ho chiesto il sequestro del video alla Procura della Repubblica e alla polizia postale per difendere, non la mia immagine, a quella ci penso da solo, quanto quella dei miei familiari. Le indagini sono in corso e colpiranno duramente questi vigliacchi e chi si è prestato al loro gioco infame. Con internet nulla si cancella, di tutto rimane traccia, nel bene o nel male. Questi vigliacchi sono avvisati, la mia reazione sarà senza sconti. Prenderò anche delle decisioni dal punto di vista politico, se proprio devo trovare una mia colpa, per la leggerezza di aver aperto messaggi whatsapp durante un consiglio comunale, fino anche a presentare le mie dimissioni, ma questi vigliacchi la pagheranno, la pagheranno molto cara”.

E se sono stati tanti ad esprimere dura condanna nei confronti del consigliere per il comportamento tenuto mentre vestiva le vesti di rappresentante dei cittadini, in difesa di Patarini parla un amico che spiega: “Tutti quanti sapete cos’è whatsapp. Noi siamo un gruppo di amici storici e abbiamo una chat in comune, capita che per gioco si mandino delle foto osé o barzellette sporche per ridere un po’ e sicuramente la notifica è arrivata nel momento sbagliato nel posto sbagliato, ma nessuno avrebbe potuto immaginare un epilogo simile”.

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