LATINA – “La nuova legge sul caporalato è stata approvata da pochi giorni e non è un caso la provincia di Latina, dopo l’ampio dibattito, sia stato il luogo in cui effettuare un’inchiesta che sarà alla ribalta nazionale”. Marco Omizzolo, studioso esperto di caporalato, autore di diverse inchieste sulle condizioni di lavoro dei braccianti agricoli indiani in provincia di Latina, commenta così l’operazione che ha portato questa mattina all’arresto di Jit Parm un indiano di 47 anni, residente a Sabaudia, accusato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Lo straniero, capo-squadra nell’azienda agricola Centro Lazio di Sabaudia, secondo gli investigatori della Digos e i carabinieri dell’ispettorato del lavoro che hanno condotto le indagini, svolgeva “un’attività organizzata di intermediazione” e, facendo pressione con violenze e minacce, oltre che approfittando dello stato di bisogno e di necessità di suoi connazionali, si faceva pagare per le assunzioni, una media di 250 euro per il primo anno e 100 per gli anni di lavoro a venire. A chiedere il carcere per l’uomo il pm Gregorio Capasso.
Il dirigente della Digos, Walter Dian e il comandante del Nucleo Investigativo dei Carabinieri, Befera in un passaggio della conferenza stampa che si è tenuta in Procura
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Il Parlamento – come è noto – ha appena approvato in via definitiva il Disegno di Legge Martina-Orlando sul Caporalato, che rafforza e stabilisce pene più severe per gli sfruttatori e per contrastare il fenomeno del lavoro nero in agricoltura.