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la strategia

Parco del Circeo, dopo l’attacco del coleottero, il tavolo tecnico prepara gli interventi

In volo anche i droni per studiare dall'alto la situazione

Il-Promontorio-assume-una-colorazione-marroneLATINA – “Il bosco sta male ma non si arrende”. Lo sostiene il direttore del Parco Nazionale del Circeo, Paolo Cassola dopo la prima seduta (venerdì 25) del tavolo tecnico promosso e convocato dall’Ente per affrontare il problema dello Scolitide di origine esotica Xylosandrus compactus,  un piccolo coleottero di pochi mm di lunghezza che sta mangiando intero tratti dell’area protetta. Un fenomeno nuovo negli ambienti  naturali italiani.
Al tavolo che si è insediato presso la sede della Direzione Regionale Agricoltura della Regione Lazio,  siedono l’Università della Tuscia, con i dipartimenti di patologia vegetale ed entomologia, il CREA, con i rispettivi gruppi di ricerca in entomologia forestale e patologia vegetale, il servizio fitosanitario regionale e il corpo forestale dello stato, con l’UTB di Fogliano, il CTA di Sabaudia e il Comando regionale, tutti  pronti a collaborare sia nelle fasi di indagine e ricerca conoscitiva, sia sul fronte delle iniziative da prendere.

“In particolare, dagli esami effettuati sulla vegetazione del Parco Nazionale dai due gruppi di ricerca, quello dell’università della Tuscia e quello del CREA – spiega Cassola –  è emerso che a preoccupare maggiormente sono le patologie vegetali portate dai funghi che gli insetti trasportano e che possono portare al deperimento della pianta, come si è potuto evidenziare nel settembre di quest’anno, con i vasti disseccamenti sul Promontorio. Fenomeno che, fortunatamente, appare oggi, sia pur senza troppi ottimismi, con buona resilienza e in parziale regressione, probabilmente dovuto ai ricacci delle essenze quercine presenti sul promontorio. Inoltre, da alcuni campioni prelevati dal CREA emerge la presenza di un secondo scolitide esotico, lo Xylosandrus crassiusculus la cui azione, in sinergia con il già noto X. compactus, potrebbe avere gravi effetti sulla vegetazione del parco”.
Si alzeranno in volo anche i droni per fotografare dall’alto lo stato delle zone più preziose del Parco a terra. E servirà reperire i fondi necessari agli interventi “Di tutto questo saranno informati anche gli organismi competenti dell’Unione Europea. Parallelamente alle attività di studio, è emersa la necessità varare le prime misure di contenimento e di divulgazione della problematica”
Per snellire il lavoro del Tavolo, opererà una ristretta cabina di regia.

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