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MODA

Francesco D’Amico: le mie scarpe per stupire Milano. L’emergente di Latina vince il premio Ramponi

Lo stilista crea il suo marchio e va alla conquista del mercato. "Le calzature? Un'esperienza dei sensi da trasmettere alle clienti"

LATINA – Entrare in un calzaturificio, un’esperienza sensoriale; la costruzione di una  scarpa un percorso magico; i rumori delle macchine in produzione, musica; l’odore delle colle e dei pellami,un’avventura olfattiva. Francesco D’Amico è figlio di un noto commercialista di Latina, ma lo studio di suo padre l’ha visto solo di sfuggita, concentrato com’è nel suo mondo fatto di scarpe tacco 12 apparse sul mercato con la firma d’arte: Damico Milano. “Realizzare scarpe è un’esperienza che vivo io e che vorrei poi far vivere, attraverso la vista, il tatto, alle donne che comprano i miei modelli”, spiega raccontandoci il lavoro che fa.

Generazione anni ’80, questo creativo nato e cresciuto a Latina ha studiato al liceo artistico, poi all’accademia di Costume di Roma prima di trasferirsi a Milano dove ha fatto il consulente di moda per dieci anni. E poi? “Poi mi sono innamorato della scarpa e nel 2015 ho lanciato la mia prima collezione”. Non una cosetta così, ma scarpe da produrre nella città della calzatura, Parabiago, piccolo comune vicino Milano da dove escono le vertiginose Louboutin. Nessun compromesso al ribasso: alta qualità e basta.

“Senza la famiglia non ce l’avrei fatta nemmeno a provare, mi hanno sempre sostenuto, in tutti i sensi”. E oggi la sua mamma, habituè della “tacco 1”, comincia a sperimentare ballerine, décolleté, pump, tronchetti e sandali, fatti di pellami pregiati, come il pitone per esempio, magari laminato, washed o nabukato; oppure vitello, capretto, nappa abbinati a lamé, broccati o macramè.

Entusiasmante? Certamente. Facile? Tutt’altro. Se la creazione e la realizzazione sono un mondo fiabesco, la strada commerciale è lunga e faticosa, a tratti proibitiva, ma ora qualcosa si sta muovendo.  Francesco D’Amico ha prodotto la sua prima collezione nel 2015, ha mandato le sue scarpe in boutique esclusive, poi è stato selezionato come talent da Vogue nel 2016 e oggi all’età di 35 anni si è aggiudicato la quarta edizione del ‘Premio Ramponi’, un contest, ideato da Alfredo Ramponi, titolare dell’omonima azienda Made in Italy e leader nella produzione di cristalli sintetici e borchie per abbigliamento e accessori. La motivazione del premio: “Damico Milano risponde perfettamente ai criteri di creatività, innovazione, ricerca e progettualità estetica rispetto alle logiche di mercato”.

“E’ stato un’onore e una grande emozione essere indicato prima come finalista, poi come vincitore. L’azienda Ramponi ha una storia molto interessante alle spalle e Alfredo Ramponi sta cercando di essere di supporto a chi tenta questa professione e questo è davvero importante”, spiega lo stilista emergente che nella città in cui è nato ha lasciato la  spensieratezza: “Latina è il mio porto sicuro, ho famiglia, affetti, amici, vengo spesso e quando la lascio, mi getto nel mare con gli squali. Latina è nel mio cuore, ma per fare questo lavoro non si può restare”.

Uno dei modelli

L’ultimo viaggio sensoriale è la collezione di quest’anno che si ispira agli Anni Venti. “Il tacco 12 a cui lavoro oggi – spiega . è completamente geometrico, ho cercato di evocare quel periodo attraverso un ricamo a mano su un jacquard di velluto, un ricamo a raggi su camoscio e velluto, con un gioco di luci e di texture. Secondo me oggi, al di là di tutte le difficoltà reali, quello che manca in Italia è la coscienza della qualità del prodotto, la capacità dei clienti di distinguere un prodotto dall’altro. Penso che sia  importante svolgere un lavoro collettivo in questa direzione. Sto combattendo ogni giorno per far crescere questa cultura”.

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