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sanità

Buone notizie: l’ospedale Goretti sul podio italiano per la rete dell’infarto. Mortalità ridotta di 13 punti

350 pazienti salvati nel 2016. Funziona l'organizzazione salvavita attivata dalla Asl con il 118

LATINA – Trecentocinquanta persone entrate nella sala di emodinamica del Goretti nel 2016 sono ancora vive, nonostante un infarto grave, grazie alla rete salvavita organizzata dalla Asl di Latina con l’emergenza sanitaria. Lo dicono i dati che fanno del nosocomio pontino, la terza realtà sanitaria italiana (e la prima nel Lazio) per volume dei casi trattati e per qualità dell’intervento. Insomma, sul podio dei più performanti. Un dato rincuorante, è proprio il caso di dirlo.

Si parla infatti dell’infarto miocardico acuto, tra tutti la patologia  a maggiore mortalità  in Europa e, secondo gli esperti, anche la prima sfida della sanità pubblica. “Ogni tanto capita di dare buone notizie”, sorride il commissario della Asl di Latina Giorgio Casati presentando con il direttore sanitario del Goretti Sergio Parrocchia i numeri elaborati dalla  Società italiana di Cardiologia che li ha illustrati in un recente convegno a Firenze: “Il Goretti è il terzo ospedale italiano per numero dei trattamenti di angioplastica effettuati, è anche il primo nel Lazio, preceduto dall’azienda ospedaliera di Udine (2°) e dall’Ospedale Cuore di Firenze (1°). A Latina non c’è giorno in cui il Goretti non riceva un paziente infatuato e in alcune giornate critiche il dato sale anche ad otto.

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Con l’avvento dell’angioplastica primaria la mortalità è scesa dal 20% al 7% e torna al 20 solo quando si attende troppo a chieder aiuto, un ritardo addebitabile dunque al paziente. Ai primi sintomi infatti occorre chiamare il 118 che effettua il primo soccorso e trasmette l’elettrocardiogramma agli specialisti dell’ospedale che allertano la sala di emodinamica la quale si prepara a praticare “il palloncino” al paziente arrivato sulla lettiga. Con questo protocollo non si passa dal pronto soccorso, ma si va direttamente tra le mani degli emodinamisti.

“Per questo diciamo che l’infarto si cura in rete – sottolinea il direttore della Utic del Goretti,  Francesco Versaci – attraverso il sistema dell’emergenza. Latina è l’esempio di come l’ospedale sia riuscito a integrarsi con il territorio. I pazienti – aggiunge lo specialista – arrivano da noi entro 200 minuti dai primi sintomi (nel resto d’Italia invece la media è di 400 minuti). Il consiglio che diamo è di chiamare subito il 118 non appena si avverte senso di oppressione al petto o dolore, evitando di rivolgersi a parenti e amici o di salire in macchina per farsi portare al pronto soccorso”. E’ un’ inutile (talvolta fatale) perdita di tempo. Del resto, il 30% dei decessi di chi è colpito da infarto avviene prima dell’arrivo in ospedale.

Da alcuni mesi, con l’obiettivo di migliorare la rete dell’infarto “avvicinando” anche i territori più distanti, la Asl ha rafforzato la Uoc di cardiologia dell’ospedale Dono Svizzero di Formia.

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