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a Latina

Banco Alimentare, la fabbrica dei pacchi viveri in 24 metri quadrati

Come sfamare 170 famiglie al mese, tre monasteri e tre mense facendo volontariato

LATINA – Sessantasettemila chili di prodotti (raccolti o acquistati), che fanno 1888 pacchi a lunga scadenza (preparati e distribuiti) e 6980 borse della spesa giornaliera consegnate a mamme, papà, anziani soli, e famiglie numerose. Sono gli ultimi numeri del Banco Alimentare di Latina, realtà convenzionata con la Fondazione Banco Alimentare nazionale e dipendente dalla sezione del Lazio. In tutto 24 metri quadrati messi a disposizione gratuitamente dalla parrocchia di San Marco e gestiti da un gruppo di soci e da alcuni volontari che non stanno mai fermi: cominciano la mattina all’alba ritirando cornetti e pane avanzati in bar e forni, e finiscono la sera, dopo averli distribuiti (anche a domicilio).
“Siamo fermi su queste cifre da qualche anno, perché il poco spazio che abbiamo non ci consente di fare di più. Inutile dire che ce ne sarebbe tanto bisogno”, ci racconta Maurizio Tacchini ex direttore dello stabilimento Desco, arrivato a Latina da Parma alcuni decenni fa, e mai andato in pensione, perché quando ha smesso il suo lavoro in giacca e cravatta ha cominciato a fare il manager a servizio degli ultimi. “Ho preso esempio da una mia zia – dice con la tipica cadenza emiliana – forse ce l’abbiamo un po’ nel sangue fare queste cose. Lo scopo è anche educativo: far aprire gli occhi, sensibilizzare, soprattutto le scuole, i ragazzi”.

L’IDEA – Otto anni fa il Banco era a Santa Rita, nato con l’idea di aiutare famiglie di amici in difficoltà. “Erano 40 circa, ricevevano un pacco mensile di viveri vari. Poi siamo stati chiamati da Suor Lidia e Suor Carmen della scuola materna San Marco e ci siamo trasferiti in un locale dell’ex campo Cos. Le famiglie ci venivano segnalate da loro o da Don Silvio che dirigeva l’oratorio, e la richiesta cresceva. Così abbiamo deciso di affiancare al pacco mensile quelli giornalieri, prima solo il giovedì, ora tre volte alla settimana”. Dentro ci sono pane, latte, frutta e saltuariamente mozzarelle, latticini, salumi. Nel pacco a lunga scadenza, invece, vengono messi pasta, riso, latte, biscotti, pelati, legumi, tonno, carne, crema di verdura, olio di semi (prima era di oliva), omogeneizzati e biscotti per l’infanzia, cornetti, farina.
Pasti cotti, primi e secondi piatti, invece arriva dalla Janssen: “Il cibo viene abbattuto subito dopo la chiusura della mensa aziendale e confezionato in vaschette. Noi lo ritiriamo e lo consegniamo”.

Le famiglie assistite sono 170 ogni mese per circa 650 persone. Una famiglia media di 4 persone porta a casa 24-25 chili di spesa al mese. E poi da assistere ci sono anche le religiose di alcuni monasteri e tre mense (Sabotino, San Michele e Sezze) a cui vanno i prodotti a scadenza imminente perché vengano consumati entro i tempi previsti.
Per fortuna, così come crescono le famiglie indigenti (chi è assistito deve avere la certificazione Isee rilasciata dall’Inps) , crescono anche i soci, non più solo di Latina, ma anche di Roccagorga, Sezze, Maenza e ultimamente anche Norma. I volontari sono 35; 70 circa i soci sostenitori: “Con noi collabora gente di ogni estrazione, medici, insegnanti, impiegati, militari e funzionari di enti pubblici  – aggiunge il volontario – mettono al nostro servizio la loro esperienza e le loro conoscenze. Molto si basa proprio sui rapporti personali e sulla sensibilità di chi dona”. Perché non è semplice nemmeno fare questo se hai un’attività: donare cibo è una cosa che in Italia è molto burocratizzata.
Eppure c’è l’imprenditore che invia 100 litri di latte al mese (un quinto di quello necessario), un’azienda di conserva di pomodoro fornisce tutto il fabbisogno, un’altra umbra (nonostante il terremoto) consegna svariati quintali l’anno di sughi pronti.
“Ora abbiamo necessità di trovare uno spazio più grande e siamo alla ricerca di un posto opportuno”, spiegano i volontari che, con tutte le persone bisognose che gravitano intorno al Banco, si trovano ad organizzare anche altre raccolte: carrozzine, vestitini, pannolini per i 65 bambini sotto i tre anni nati nelle famiglie assistite.

“La giornata è più bella – dice Maurizio Tacchini – quando vedi il sorriso di un bambino che prende in mano un pezzo di pizza bianca o la caramella che abbiamo tenuto da parte per lui. Per così poco gli ride tutta la faccia”.

Il Banco Alimentare di Latina è riconosciuto dalla Regione Lazio e figura nell’elenco delle associazioni di volontariato del Comune di Latina. (Per saperne di più http://www.bancoalimentare.it)

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