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la ricostruzione

Gloria, una bastonata spezza il sogno: proteggere i figli e salvare se stessa

Dopo l'arresto dei parenti, le indagini proseguono. Ciccarelli: "Potenziare i centri antiviolenza"

La zia di Gloria arrestata dai carabinieri

LATINA – Gloria voleva cambiare vita e portare in salvo sé e i suoi bambini. Probabilmente per questo nascondeva parte dei suoi guadagni, sognando un’altro futuro. E per questa ragione negli ultimi tempi le violenze da parte dei familiari si erano fatte pesantissime. “Erano salite di livello  – ha detto il procuratore aggiunto Carlo Lasperanza – con segni e tagli che non riusciva più a nascondere”. La mattina della morte c’è stato anche un litigio, le voci erano molto alte in casa prima che Gloria fosse portata sul ciglio della Nettunense e lì lasciata fino a sera.

Un calvario quello di Gloria: da una parte lei così  esile, dall’altra la zia corpulenta che l’aveva accolta in casa con i bambini. Le era sembrata una fortuna, un segno di speranza dopo che il padre dei piccoli era finito in carcere. Un’altra illusione. Gli ultimi mesi di vita della giovane mamma di Frosinone uccisa brutalmente a forza di botte sono stati ricostruiti dal Nucleo Investigativo di Latina e dalla Compagnia di Terracina con l’aiuto dei servizi sociali del capoluogo ciociaro, ma soprattutto di conoscenti, amici, clienti e prostitute con cui la ragazza  condivideva un pezzo di vita. “Tutti hanno voluto offrire un contributo alla non semplice ricostruzione dei fatti”, ha detto il capitano Margherita Anzini.

IL COLPO MORTALEPer Loide Del Prete zia 39 enne di Gloria e per il suo compagno di 23 anni, Saad Mohamed si sono aperte le porte del carcere. Devono rispondere di morte come conseguenza di maltrattamenti e di sfruttamento aggravato della prostituzione. La ragazza probabilmente quella sera del 23 agosto, forse aiutata da qualcuno, aveva nascosto parte dei guadagni e questo ha scatenato il pestaggio finale. Quell’ultimo colpo inferto con un bastone mentre erano in auto nel viaggio tra Campodicarne e la piazzola di sosta a Prossedi dove è morta. Sul bastone ritrovato a poca distanza in un sopralluogo eseguito dai carabinieri c’è la conferma dei sospetti: sul manico il dna del picchiatore,  dalla parte opposta quello di Gloria.

LE DOMANDE – E sono tante le domande che tutti ci siamo fatti e continuiamo a farci sul perché in una società che si definisce civile possano esistere storie come quella che abbiamo raccontato. Potevano fare qualcosa di più i servizi sociali? Quali sono gli strumenti di cui disponiamo?

“Quella di Gloria è una morte annunciata – ha detto l’assessore ai servizi sociali di Latina, Patrizia Ciccarelli oggi nel programma Le Cose in Comune su Radio Luna – Quando le ragazze provano a ribellarsi è il momento più pericoloso. L’unica risposta sono i centri antiviolenza e le case rifugio”.

Il lavoro dei carabinieri prosegue sotto la direzione del sostituto procuratore Luigia Spinelli. L’esigenza prioritaria ora è proteggere i bambini.

 

 

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