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La storia dell’Ibis Eremita che si è perso nella migrazione ed è arrivato a Fogliano

Il raro volatile è stato trovato a Terracina e portato nel Centro di Recupero della Fauna Selvatica

LATINA – Si è perso mentre migrava diretto ad Orbetello, guidato da un deltaplano. Un raro esemplare di Ibis Eremita trovato a Terracina è stato consegnato ieri al Centro di Recupero della fauna selvatica di Fogliano. Sorpresa per i carabinieri del Nucleo Forestale che hanno accolto il volatile la cui specie è considerata a grave rischio d’estinzione, e inserita nella lista rossa dell’Iucn. “Allo stato selvatico è presente con una piccola popolazione stanziale in Marocco, un altro piccolo nucleo in Turchia ed in Siria. In Europa è completamente scomparsa”, hanno spiegato gli esperti del Centro che hanno tra gli obiettivi proprio la tutela della biodiversità. Per questo all’Ibis Eremita è stato dedicato un progetto di ripopolamento.

“L’esemplare  – spiegano gli esperti – è parte di un gruppo di circa dieci individui inseriti in un progetto di ricerca che coinvolge diversi paesi europei. E’ il waldrapp-team nato per testare la possibilità di ricreare una popolazione migratrice di Ibis eremita. prevede l’allevamento dei nidiacei, provenienti dai vari zoo coinvolti, affidandoli a delle “madri adottive” umane che poi, con l’ausilio di un deltaplano, li guidano nella prima migrazione, dalla Baviera alla Toscana. E’ qui, nella Laguna di Orbetello, che i giovani ibis dovrebbero svernare. Dal 2003 ogni esemplare è munito di anello e di rilevatore gps per consentire ai ricercatori di seguirne gli spostamenti. da allora, ogni anno i giovani ibis vengono accompagnati nel loro primo volo verso la toscana; l’esemplare ospitato a Fogliano verrà presto portato a ricongiungersi con il resto dello stormo”.

IL REPARTO DI FOGLIANO– Il reparto carabinieri biodiversità di Fogliano gestisce un territorio  in cui la presenza di laghi salmastri, pantani ed acquitrini d’acqua dolce, uniti alla vicinanza col mare offre una gamma di ambienti diversi, tali da offrire gli spazi più adatti ad ogni specie legata alle zone umide. proprio per la loro importanza per gli uccelli migratori, le nostre zone sono state dichiarate, nel 1976, “zona umida di interesse internazionale”, a seguito della convenzione di ramsar (1971); e successivamente, area iba – international birds area -, contribuendo così a sottolineare l’importanza vitale che le poche zone umide rimaste nel mondo hanno per la sopravvivenza di tutte le specie migratrici. i reparti biodiversità svolgono, a livello naturalistico, un ruolo di estrema importanza per la conservazione. in particolare, gli uffici situati lungo la fascia costiera consentono di raccogliere dati sulle presenze dei migratori, contribuendo ad incrementare la banca dati che rappresenta il punto di partenza per lo studio delle migrazioni. il misterioso meccanismo che porta ogni anno centinaia di migliaia di uccelli a compiere spostamenti lunghissimi da un continente all’altro affascina da sempre l’uomo, che un tempo vi leggeva segnali e profezie, e che oggi cerca di scoprire la misteriosa spinta che muove questi viaggi.

 

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