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l'inchiesta sul terrorismo

Operazione Mosaico, i cinque arrestati in silenzio davanti al Gip

Perquisite le case degli indagati che ormai sono partiti verso Francia e Germania

LATINA – Non hanno risposto alle domande del Gip e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i cinque arrestati nell’operazione Mosaico condotta dalla Digos di Latina e dei colleghi di Roma contro il terrorismo e la radicalizzazione. Gli arrestati sono tutti legati alla rete di contatti di Anis Amri, l’attentatore dei mercatini di Natale di Berlino ucciso nel dicembre del 2016 a Sesto San Giovanni nel corso di un conflitto a fuoco con la polizia. In carcere a Rebibbia il gip Costantino De Robbio che ha emesso il provvedimento restrittivo ha ascoltato Abdel Sialem Napulsi, 37 anni, sedicente cittadino palestinese,  considerato il più radicalizzato. L’accusa per lui è quella di addestramento ad attività con finalità di terrorismo. Tutti i tunisini arrestati devono rispondere del reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

INDAGATI – Il lavoro delle forze dell’ordine intanto prosegue, molte abitazioni frequentate dagli uomini della cellula di Anis Amri sono state perquisite, sono tutti andati via, verso la Francia o la Germania, compreso l’ex Imam di Latina, mohamed Manai, che ha lasciato l’appartamento di via Londra già diversi mesi fa.

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