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primo accordo in Italia

Studio e ricerca nel Parco Nazionale del Circeo

Protocollo dell'Ente con il MIbact per tutela, restauro e gestione del patrimonio culturale

SABAUDIA – Il Mibact (il Ministero per i beni e le attività culturali) guarda al parco nazionale del Circeo per fare ricerca, studio  formazione, riconoscendo l’enorme importanza del patrimonio storico, paesaggistico, naturalistico e culturale dell’area e dei territori che ne fanno parte. Lo dice il documento (il primo in Italia) firmato a Roma dal Direttore dell’Ente Paolo Cassola e dal Direttore Generale Educazione e Ricerca del MiBACT  Francesco Scoppola che avvia “una collaborazione finalizzata alla promozione dello studio e della ricerca finalizzate alla conoscenza, tutela, restauro e valorizzazione e gestione del patrimonio culturale”.

L’attenzione è tutta per i quattordici siti archeo-storici ricompresi nell’area del Parco, e per le testimonianze archeostoriche che vanno dal Paleolitico Medio, con grotte e ripari sotto roccia esistenti lungo tutto il perimetro del Monte Circeo, al Tardo Arcaismo all’età imperiale per arrivare ai Caetani e finire con l’architettura razionalista delle città di fondazione, come spiega il direttore Cassola.

La zona portuale di Torre Paola, il complesso delle ville sulle sponde del Lago di Sabaudia e nel Quarto Freddo la Villa di Domiziano, i resti nella zona del Casale di Fogliano e presso il Rio Martino sono soltanto alcuni del luoghi.

L’Accordo, per le sue caratteristiche senza precedenti nel panorama nazionale – spiega in una nota il Parco del Circeo –   nasce dalla volontà di attivare un’azione di forte collaborazione tra le amministrazioni interessate al fine di istituire e regolamentare  le attività di studio, ricerca e formazione nell’ambito dei beni e delle attività culturali. Un’intesa che punta allo sviluppo di attività sinergiche nei diversi ambiti di comune interesse, tra cui le attività tese alla promozione dello sviluppo alla cultura del patrimonio culturale nonché alla formazione di personale specializzato e qualificato nel settore dei beni culturali. Per favorire anche l’interdisciplinarietà dei settori naturalistico e storico-archeologico.Le attività comuni mireranno inoltre, per quanto possibile, a favorire il collegamento tra educazione, ricerca, studio e lavoro nel rispetto dei principi fondamentali della Costituzione italiana, in particolare agli articoli 1 e 9.

 

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