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l'illustrazione

Non un Centro, ma un Ospedale di alta diagnostica. Così cambia il progetto per Latina

In arrivo Tac Force, sala Ibrida e Rm 3 Tesla. Coletta: "Il criterio è la pubblica utilità". Casati (Asl): "Il Goretti farà un salto di qualità"

LATINA – Il centro di Alta Diagnostica cambia e diventa Ospedale di Alta Diagnostica. Lo ha detto il direttore generale della Asl di Latina, Giorgio Casati illustrando con  il sindaco Damiano Coletta, il progetto rimodulato rispetto all’originario, che porterà alla sanità pubblica di Latina una Tac Force, una Risonanza Magnetica 3 Tesla e una sala ibrida.  La Fondazione Sanità e Ricerca che effettuerà la donazione ha messo nero su bianco che il vecchio progetto è insostenibile finanziariamente e dunque inattuabile. Anche l’Università Sapienza è favorevole al cambio: userà i locali ristrutturati nell’area della facoltà di Medicina, prima destinati ad accogliere il tomografo ibrido Rm-Pet, per didattica e ricerca.  Fuori dall’accordo invece, la Provincia. Speriamo sia l’ultima parola.

“E’ segno di intelligenza  – ha detto il manager sanitario – capire che non ci sono più le condizioni per realizzare un progetto e trovare il modo per mantenere ugualmente gli obiettivi che ci si era prefissati”. Aprendo il suo intervento nella palazzina direzionale del Goretti, Casati usa un’immagine colorita, che rende bene l’idea, per diventare subito serio e illustrare a giornalisti, medici e altri operatori della sanità, come è stato rivisto e corretto il progetto di alta diagnostica.

“Temevo sinceramente che il sindaco di Latina mi volesse rifilare uno zucchino, ma non c’era nessuno zucchino e anzi questo progetto rappresenta un’opportunità tale che perdere l’occasione sarebbe demenziale, perché la donazione della Fondazione Sanità e Ricerca farà fare all’ospedale di Latina un salto di qualità importante. Con le innovazioni dell’alta diagnostica previste nel progetto, il Goretti, con tutti i suoi problemi e i suoi limiti, ha l’occasione di diventare uno dei migliori ospedali di questa Regione. Oggi stiamo parlando non più di un Centro di alta diagnostica, ma di un Ospedale di alta diagnostica, si integra la radiologia del Goretti che è già una delle strutture maggiormente dotate della regione”. I tempi e l’impegno non sono uguali per tutti gli impianti.

Coletta che ha introdotto il tema, ha ripercorso tutte le tappe del progetto e le posizioni espresse nel tempo dagli enti che vi partecipano, assicurando e motivando come questo non sia “un accordo al ribasso, tutt’altro”. “Tutti gli enti sono d’accordo tranne la Provincia che aveva messo 800 mila euro per la ristrutturazione dei locali di Medicina destinati ad ospitare il Centro di Alta Diagnostica che oggi ha preferito  uscire  dall’accordo (l’ultima parola spetterà però al neo-presidente Carlo Medici che dovrà eventualmente validare la promessa del suo predecessore Bernasconi). La Fondazione Sanità e Ricerca restituirà a Via Costa i soldi spesi, mentre la  bozza attuale di accordo sarà discussa in un prossimo consiglio comunale con il quale speriamo di chiudere definitivamente la questione e di rimettere a posto questo tavolo nato zoppo, avendo la certezza di aver agito nell’ottica della pubblica utilità che è il mio modo di concepire la politica”, ha aggiunto Coletta che legge ad alta voce il passaggio in cui la Fondazione Sanità e Ricerca, in qualità di ente donante (prima era Fondazione Roma) ha definito “inattuabile e insostenibile il progetto  e la sua gestione trentennale essendo le risorse stanziate, insufficienti”.

LA TAC FORCE – Sembra poter procedere sul velluto l’acquisizione della Tac Force in grado di fare diagnosi con performance straordinarie per la facilità e la velocità d’uso nei percorsi cardiovascolari (molto rodati) dell’azienda sanitaria. Si tratta di comprare e installare una centralina capace di sostenere il fabbisogno elettrico. “E’ un progetto immediato i cui tempi sono definiti dal tempo necessario alla ditta per metterci a disposizione il macchinario. Il progetto è immediatamente esecutivo e anche immediatamente utilizzabile l’attrezzatura, perché questa tecnologia si inserisce – spiega Casati – in un contesto già organizzato e funzionante” .

RM 3 TESLA e SALA IBRIDA – Per la  Risognanza Magnetica 3 Tesla e per la sala ibrida invece le cose sono più complicate e l’ospedale si deve attrezzare. Il destino è legato alla realizzazione dell’ampliamento del Goretti presentato due mesi fa circa e alla realizzazione della nuova palazzina (inizio lavori 2019). “Stiamo parlando di tecnologie di cui ci sono pochi esemplari nel Paese”, dice Casati. Per la Rm3Tesla per esempio, servono fondi aggiuntivi della Regione Lazio: circa 1 milione di euro per realizzare il bunker e altre risorse per la dotazione organica aggiuntiva.

La sala ibrida si inserisce invece in un contesto già organizzato, “alcuni interventi in sala ibrida – spiega Casati – già vengono realizzati in radiologia e cardiologia interventistica e in chirurgia vascolare”, ma richiede la realizzazione della nuova palazzina e lo spostamento della Rianimazione. In questo caso le opere sono a carico di Fondazione Sanità e Ricerca.

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