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politica

Sanità nel Lazio, tutti i passi per uscire dal commissariamento nel 2019

Lo ha detto l'assessore regionale Alessio D'Amato

LAZIO – La Regione Lazio si accinge a uscire dal piano di rientro dal deficit sanitario con la volontà della Giunta di riaprire dopo undici anni la stagione dei concorsi pubblici. Questo il senso della prima seduta effettiva della settima commissione consiliare permanente, Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, presieduta da Giuseppe Simeone.
La commissione ha ascoltato la relazione programmatica dell’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, il quale ha confermato che dal primo gennaio 2019 la sanità del Lazio sarà fuori dal commissariamento.

Il 73 per cento dell’attività programmata per il risanamento della sanità del Lazio risulta infatti conclusa – ha riferito D’Amato – che ha illustrato lo stato d’attuazione delle attività ripartite in 13 macro aree d’intervento.

“Il progressivo invecchiamento della popolazione – ha detto D’Amato – che riguarda il livello nazionale e non solo il Lazio, e il maggiore impatto della domanda per le patologie croniche e da alto rischio di disabilità saranno i due aspetti predominanti per il governo di qualsiasi sistema sanitario regionale e ancor di più per il governo della seconda regione italiana per popolazione”. Equità nella tutela della salute, rimessa in moto delle procedure concorsuali, digitalizzazione, riduzione delle liste d’attesa, monitoraggio sulla produttività, promozione dell’appropriatezza delle prestazioni, alleggerimento dei pronto soccorso: sono questi alcuni dei temi al centro dell’azione di governo della sanità laziale. Nel corso del dibattito che è seguito, sono intervenuti i consiglieri Antonello Aurigemma, Davide Barillari, Marta Bonafoni, Stefano Parisi, Paolo Ciani, Marco Vincenzi, Enrico Panunzi, Massimiliano Maselli.

La commissione è poi passata al voto sul rinvio all’Aula della proposta di legge n. 30, con la quale si stabilisce che le graduatorie dei concorsi nella sanità in scadenza al 31 dicembre 2018 e vigenti da più di tre anni non potranno essere più prorogate, mentre quelle vigenti da meno di tre anni alla stessa data rimangono vigenti per tre anni dalla data di pubblicazione. La proposta nasce dall’esigenza di porre fine al ricorso a graduatorie datate, in vista della riapertura della stagione dei nuovi concorsi. Nel corso degli anni, sono stati adottati una serie di provvedimenti volti all’attuazione del piano di rientro, tra i quali i vari decreti del commissario ad acta che hanno disposto il blocco del turn over. In deroga a tale blocco, fino al 2016 le autorizzazioni alle assunzioni nelle aziende e negli enti del servizio sanitario regionale avvenivano mediante l’adozione di apposito decreto del commissario ad acta, tramite però lo scorrimento di graduatorie di concorsi pubblici in corso di validità, partendo da quella più risalente nel tempo (a partire dal 2003), in quanto tale istituto garantisce maggior celerità nella fase di individuazione delle unità. Tuttavia, secondo i proponenti, l’utilizzo di graduatorie troppo datate nel tempo non sempre garantisce che la professionalità individuata sia adeguata al mutamento dei tempi al momento della chiamata.

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