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Attentato in Afghanistan, una delle vittime è di Cisterna.

Il luogo dell'attentato in una foto di Sky

CISTERNA – E’ un militare di Cisterna una delle due vittime italiane cadute questa mattina nell’agguato nel nord dell’Afghanistan. E’ il sergente Massimiliano Ramadù, 33 anni, con lui ha perso la vita il caporalmaggiore Luigi Pascazio, 25 anni, della provincia di Bari. La soldatessa ferita è Cristina Buonacucina, caporale del 32.esimo reggimento Genio “Taurinense”, originaria di Foligno. Il secondo militare ferito è Gianfranco Scirè, 28 anni, di Casteldaccia, un comune in provincia di Palermo.

I militari erano a bordo di un blindato Lince posizionato nel nucleo di testa di una colonna composta da decine di automezzi di diverse nazionalità, partita da Herat e diretta a Bala Murghab, più a Nord. «Erano oltre 400 i soldati presenti in questa colonna – ha precisato il ministro La Russa – impegnati in un trasferimento operativo». L’esplosione di un ordigno ha colpito in pieno il blindato, secondo quanto ha riferito il comando italiano di Herat. Il fatto è avvenuto alle 9,15 locali. I quattro si trovavano a bordo di un blindato Lince posizionato nel nucleo di testa di una colonna composta da decine di automezzi di diverse nazionalità, partita da Herat e diretta a Bala Murghab, verso nord. Dalle prime ricostruzioni risulta che il veicolo colpito occupasse la quarta posizione lungo il convoglio, era in movimento e si trovava a 25 chilometri a sud di Bala Murghab.

Secondo quanto si apprende Ramadù, che è nato a velletri nel 1977, aveva vissuto a Cisterna fino a luglio scorso poi si era trasferito a Torino per lavoro. A Cisterna vivono ancora i genitori con i due fratelli gemelli di Massimiliano.  Secondo quanto raccontato da uno zio della vittima all’ADNKRONOS Massimiliano non voleva partire per non lasciare la moglie Annamaria sposata un anno fa.

 

Massimiliano Ramadù

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