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Crollo a Ventotene. Omicidio colposo e lesioni gravi le ipotesi di reato.

Ventotene

VENTOTENE – “Sono contento che la magistratura stia facendo in fretta, spero vada fino in fondo con solerzia “. Così Bruno Panuccio, padre di Sara, una delle due ragazze morte nella tragedia di Ventotene il 20 aprile scorso ha commentato la notizia che dieci persone, tra cui il sindaco dell’isola, sono state iscritte sul registro degli indagati per duplice omicidio colposo e lesioni gravi.

LA SVOLTA – Ad un mese dalla morte di Francesca Colonnello e Sara Panuccio, le due 14enni, morte il 20 aprile scorso a Cala Rossano, travolte da blocchi di tufo, l’inchiesta arriva ad una svolta. Tra gli indagati l’attuale sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso, medico, fu uno dei primi a prestare soccorso alle due ragazze, e il precedente primo cittadino Vito Biondo. Gli altri indagati sono i dipendenti dell’ufficio tecnico del Comune di Ventotene, e dirigenti e funzionari della Regione Lazio che hanno redatto il piano di assetto idrogeologico.  Nella mappa di rischio la spiaggia di Cala Rossano non era zona interdetta.

IL SINDACO ASSENSO – “Sono tranquillo, ho fiducia nella magistratura che farà le proprie indagini”, questa la reazione del sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso che è stato invitato dalla Procura a nominare un consulente per effettuare una “perizia irripetibile” a Cala Rossano.

IN PROCURA – Il procuratore aggiunto di Latina Nunzia D’Elia che segue personalmente l’inchiesta del pm Vincenzo Saveriano ha detto: “Dobbiamo capire perché la spiaggia non è stata inserita tra quelle a rischio”. La Procura nominerà anche un terzo tecnico: oltre al geologo e al geometra, un ingegnere geotermico. Le perizie saranno fondamentali.

Per il papà di Sara: “Non è stata una tragica fatalità. I pericoli si conoscevano da tempo, quelle ragazze andavano protette. Sarebbe bastata una semplice rete di protezione, delle transenne o anche dei cartelli e questa tragedia non si sarebbe verificata. Spero che tragedie così non si verifichino mai più”.

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