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Frode fiscale, arresto e sequestri della Guardia di Finanza

Barca sequestrata

FORMIA – La Guardia di finanza di Formia dopo una complessa attività investigativa nel settore della tutela delle entrate dello Stato durata oltre un anno, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un uomo campano, individuato come proprietario di diverse aziende operanti nel territorio del Sud pontino. 4 persone sono state denunciate all’Autorità giudiziaria per reati fiscali, sequestrati beni mobili per svariati milioni di euro, tra i quali una imbarcazione off-shore e diverse autovetture e motoveicoli acquistati con proventi illeciti. L’attività delle Fiamme Gialle si è indirizzata verso una società con sede legale e amministrativa a Formia che negli ultimi anni aveva omesso di presentare le previste dichiarazioni di imposta ed aveva maturato un debito di contributi previdenziali ed assistenziali di oltre 400 mila euro.

L’accurato esame della scarna documentazione esibita ha consentito alle fiamme gialle di individuare l’effettiva base operativa della società, che si trovava in un lussuoso attico nel napoletano a disposizione della “mente” dell’organizzazione, dove i militari hanno trovato, oltre alla documentazione occultata, anche una serie di atti riconducibili a numerose società che, direttamente ed indirettamente, erano ricollegabili all’attività svolta dalla società sottoposta a verifica, e tutte aventi sede legale ed amministrativa nel sud pontino, con a capo dei meri prestanome che, per pochi euro, avevano assunto la carica di legali rappresentanti. A seguito dell’attività investigativa sono state avviate varie verifiche fiscali, che hanno permesso di delineare una ingente frode fiscale effettuata attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Nel dettaglio le società verificate vanno inquadrate tra le c.d. “cartiere”, al cui vertice veniva posto un mero prestanome: tali società, che operavano per un breve lasso di tempo (due/tre anni), venivano successivamente poste in liquidazione, atteso l’ingente debito di imposta accumulato nel periodo di attività. Tutte le società di questa vera e propria “holding dell’evasione” avevano per oggetto la fabbricazione di macchine industriali ma, di fatto, esercitavano l’attività di intermediazione e/o somministrazione del lavoro (c.d. staff leasing) senza essere iscritte negli appositi albi, come previsto dalla normativa vigente (d.lgs 276/2006), con personale dipendente reclutato, quasi esclusivamente, negli Stati della ex Jugoslavia, tra cui risultavano numerosi ex combattenti della guerra dei Balcani degli anni ‘90. Detta situazione, in contrasto con le disposizioni della “legge Biagi”, veniva segnalata agli uffici competenti, per la successiva irrogazione una sanzione amministrativa di circa 2.000.000 di euro.

I fatti accertati venivano segnalati con specifiche informative di reato alla Procura della Repubblica di Latina e il Sostituto Procuratore dr.ssa Raffaella Falcione, titolare delle indagini, condividendo le ipotesi investigative, delegava ulteriori indagini a carico di 4 soggetti deferiti per i reati di cui al d.lgs 74/2000. L’attività delegata, supportata da accertamenti bancari eseguiti nei confronti di numerose società e persone fisiche, consentiva di accertare : A) l’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un importo totale di 12.000.000 di euro; B) il mancato versamento di circa 2.500.000 euro di IVA dovuta; C) l’omesso versamento di contributi previdenziali ed assistenziali per oltre 700.000 euro a favore dei dipendenti; D) l’assunzione irregolare di oltre 138 operai; E) l’elargizione di stipendi “in nero” per oltre 3.000.000 di euro; F) l’emissione di buste paga riportanti dati mendaci: in particolare, veniva contabilizzata una fantomatica indennità di trasferta all’estero, tra l’altro mai effettuata, con lo scopo di aumentare a dismisura i costi contabilizzati per il personale dipendente, il tutto con l’obbiettivo di “coprire” il più possibile gli stipendi pagati in nero; G) l’uso di “DURC” (documento unico di regolarità contributiva) contraffatti, i quali attestavano il regolare pagamento dei contributi previdenziali, al fine di poter stipulare contratti di appalto con amministrazioni pubbliche, nonché la falsificazione di certificati che provavano il pagamento delle imposte all’agenzia delle entrate (modelli F23 e F24); H) l’utilizzo del sistema delle compensazioni di imposta, al fine di estinguere i debiti contributivi ed erariali, attraverso l’utilizzo di crediti IVA derivanti dalla contabilizzazione delle fatture false. Il quadro circostanziato delle attività illecite emerse dagli accertamenti fiscali e dalle indagini di polizia giudiziaria induceva il Pubblico Ministero ad adottare un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza, successivamente convalidato dal G.I.P. dr.ssa Tiziana Coccoluto, cui veniva anche richiesta l’emissione di una misura cautelare personale.

Il G.I.P., ritenendo valide le ipotesi e gli elementi acquisiti, emetteva i seguenti provvedimenti: – nr. 1 ordinanza di custodia cautelare per reati di natura fiscale; – convalida del sequestro preventivo di n. 7 conti correnti aventi una disponibilità liquida di circa € 500.000,00 e dei seguenti mezzi: 1. autovettura Ford Kuga, del valore stimato di € 28.500,00; 2. autovettura Mercedes E270 CDI, del valore indicativo stimato di € 31.500,00; 3. autovettura Smart City Coupe, del valore indicativo stimato di € 8.000,00; 4. motociclo Suzuki, del valore indicativo stimato di € 5.000,00 ; 5. motociclo BMW 1200 GS, del valore indicativo stimato di € 18.000,00; 6. natante del tipo off-shore “Riva”, del valore indicativo stimato di € 200.000,00. L’imbarcazione fa parte di un numero limitato di natanti, rivolti ad un pubblico competente in materia attesi gli elevati costi di manutenzione nonché le specifiche caratteristiche nautiche. Il valore stimato dell’imbarcazione potrebbe non essere congruo con lo stato d’uso in relazione al particolare pregio.

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