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Nexans, è il giorno della protesta. Tante le situazioni difficili – Audio

Un momento dell'assemblea alla Nexans

LATINA – Al terzo giorno di presidio permanente davanti ai cancelli della Nexans di Latina Scalo, i lavoratori incrociano le braccia oggi per 8 ore, mentre dall’azienda non giungono rassicurazioni  sulla temuta chiusura del sito.

LA PROTESTA – I lavoratori questa mattina hanno cercato di bloccare la strada per rendere più evidente la loro protesta. La polizia che sta svolgendo il servizio d’ordine ha deviato il traffico evitando problemi. Intanto fra poco i lavoratori si riuniranno in assemblea per discutere le misure da adottare.

ASCOLTA L’ASSEMBLEA:

audioL’assemblea dei lavoratori Nexans]

Il rischio è la chisura del sito dove da qualche giorno non arrivano più commesse. Oltre 200 lavoratori impiegati nell’azienda temono per il proprio futuro e solo il 24 maggio si conoscerà il piano industriale e dunque le sorti dello stabilimento pontino della nexans che, a Latina, produce cavi per l’alta e la bassa tensione.

LA REGIONE – Sul caso Nexans è intervenuto anche il consigliere regionale della Lista Polverini Gianfranco Sciscione. “Il nostro territorio vive ormai da anni un lento e costante declino. Il settore produttivo della nostra provincia – dice l’imprenditore prestato alla politica – e’ stato completamente abbandonato senza che nessuno facesse nulla per evitarlo. Il mio impegno, da subito, e’ quello di portare la vicenda sul tavolo del Presidente Renata Polverini per trovare una soluzione che possa, nel minor tempo possibile, scongiurare che decine di lavoratori restino senza un reddito”.

EX YALE – E intanto si riapre anche pubblicamente il caso Yale i dipendenti lanciano un’appello e si dicono pronti a proteste eclatanti se non si troverà una soluzione: da mesi sono senza stipendio. L’imprenditore che aveva promesso la riconversione del sito non ha mai messo in atto il suo progetto e sono i lavoratori a pagare il prezzo più alto.

EX GRANAROLO – Per Pettinicchio, la ex Granaolo, che ha chiuso i battenti, i  sindacati chiedono all’azienda di rendersi disponibile ad accedere agli ammortizzatori in deroga per altri 12 mesi per evitare che dopo giugno 110 lavoratori si trovino per strada. l’accordo è condizionato dalla disponibilità del Ministero del Lavoro e della Regione Lazio.

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