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Rapporto antimafia: nel basso Lazio rete criminale vasta e capillare

«Sequestri e confische concentrati in massima parte nel basso Lazio, dove più capillare sembra essere l’infiltrazione dei clan nell’economia legale». E’ quanto si legge nel rapporto annuale sulla situazione della criminalità organizzata inviato alla commissione parlamentare Antimafia. L’analisi di Edoardo Levantini, consulente della commissione regionale Lotta alla Criminalità, fornisce un quadro preciso circa il livello di penetrazione mafiosa sul nostro territorio: «La criminalità organizzata campana – spiega Levantini nella sua disamina – ha dimostrato una capacità impressionante di inquinare l’economia legale, soprattutto nel campo dell’edilizia». Lo testimoniano gli atti giudiziari dell’indagine, ancora in corso, condotta dalla squadra mobile di Latina sul clan Mallardo, interessato a «occasioni edificabili» per migliaia di metri cubi, grazie forse a compiacenti «talpe» nelle amministrazioni cittadine: da singole ville a interi condomini, tra Anzio, Nettuno, Lariano, Fondi e Latina. «Interventi apparentemente regolari, ma realizzati con il fiume di denaro – scrive il coordinamento Antimafia – proveniente da attività illecite».La mappa dei sequestri eseguiti negli ultimi dodici mesi spazia un po’ dappertutto: case di cura a Nettuno, centri benessere nel Frusinate, convenzionati per milioni di euro con la Regione, la villa lussuosissima intestata a un prestanome dei Casalesi a Sperlonga, un vigneto a Cisterna. Secondo Levantini all’infiltrazione «sempre più evidente» della criminalità organizzata nell’economia laziale «non corrisponde un’adeguata reattività delle amministrazioni cittadine. E’ il caso di Fondi: solo il prossimo 25 maggio si deciderà il rinvio a giudizio dei boss incriminati per l’indagine “Damasco”, quella alla base della richiesta di scioglimento avanzata dal prefetto di Latina Bruno Frattasi e non accolta dal Governo.


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