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Risarcimenti, i familiari accusano: “La ex Goodyear non paga”

Torna in aula il caso Goodyear. Dopo la sentenza del Tribunale di Latina che ha condannato a complessivi 21 anni di reclusione nove ex dirigenti della Goodyear italiana, gli eredi delle vittime dei tumori connessi alle condizioni di lavoro nello stabilimento di Cisterna di Latina restano ancora in attesa del risarcimento. Allo stato, ammontano a circa tre milioni di euro i risarcimenti provvisori che l’azienda non vuole riconoscere ai danneggiati. In una nota, l’associazione familiari ex dipendenti della Goodyear punta l’indice contro ”un sospetto, se non fraudolento, mutamento degli assetti societari” per non liquidare i risarcimenti. Lo si legge in una nota dell’AdnKronos.

I familiari delle vittime sono decisi a portare avanti la loro battaglia e ”se necessario aprire un caso diplomatico con gli Usa, dove ha sede (Akron, Ohio) la casa madre della multinazionale”. Per questo ”sono state presentate numerose istanze di fallimento sulle quali il tribunale di Civitavecchia (competente perche’ la sede aziendale e’ a Fiumicino) ha fissato la prima udienza per il 21 maggio. Al fianco dei familiari della vittime della Goodyear scende in campo Silvano Moffa.

”Hano tutte le ragioni e devono essere risarciti, come il tribunale ha stabilito”. Il presidente della commissione Lavoro della Camera da’ al sua piena dispobilita’ a ”incontrare in ogni momento” i familiari delle vittime e ”a fare tutto il possibile in questa vicenda”. Moffa spiega all’ADNKRONOS che ”di fronte a queste richieste legittime bisogna aprire un tavolo interministeriale con Lavoro, Attivita’ produttive e Giustizia per coordinare le azioni” affinche’ si arrivi ad una positiva soluzione di questi casi, ”soprattutto quando ci si trovi di fronte a una legislazione opaca”.

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