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Unilever, i sindacati non firmano l’accordo sulla cessione

Lo stabilimento Unilever di Cisterna

CISTERNA – «La multinazionale Unilever deve farsi garante nei confronti di chi acquisirà il marchio Findus del mantenimento dei livelli occupazionali e dell’assetto produttivo». Il segretario nazionale della Flai Cgil Antonio Mattioli motiva così la decisione unanime dei sindacati di categoria – Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – di non firmare l’accordo proposto dalla multinazionale anglo-olandese sulla procedura di cessione di ramo d’azienda per il comparto surgelati che fa capo al marchio Findus. Confermato lo stato di agitazione dei lavoratori e ancora aperto il tavolo di trattativa tra azienda e sindacati , almeno «fino a quando non ci saranno offerte tutte le garanzie necessarie ad un’operazione di cessione che non sia traumatica. Non siamo disposti a fare salti nel buio» ha spiegato Mattioli che in merito alla mancata firma da parte delle organizzazioni sindacali ha aggiunto: «La multinazionale è tenuta al rispetto di alcuni precisi vincoli sul fronte occupazionale e su quello industriale. Chiediamo inoltre che predisponga quanto prima un piano che certifichi gli investimenti per tutte le realtà produttive che resteranno sotto il suo controllo».

Per predisporre una futura cessione del marchio Findus Unilever ha costituito una newco, la C.S.I., a cui ha conferito la proprietà del marchio, dello stabilimento produttivo di Cisterna e della parte della sede di Roma dedicata ai surgelati, per un totale di circa 650 lavoratori interessati.

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