Alla vigilia della pre-apertura della caccia nel Lazio, l’assessore alle Politiche Agricole e Valorizzazione dei Prodotti Locali, Angela Birindelli, il presidente della Commissione Agricoltura, Francesco Battistoni, hanno incontrato informalmente le associazioni venatorie per raccogliere le considerazioni espresse in merito al nuovo Calendario Venatorio pubblicato dalla Regione Lazio.
”Un incontro sereno e produttivo – commenta il presidente Battistoni – che ha dato il via a un nuovo modo d’intendere il rapporto tra il mondo venatorio e la Regione Lazio. Un passaggio importante che ha confermato la sensibilita’ dell’amministrazione regionale nei confronti di questo comparto e la volonta’ di aprire, in futuro, un percorso condiviso in grado di tutelare le esigenze dei cacciatori nel rispetto dell’ambiente e della fauna locale”.
Durante l’incontro, conclude l’assessore Birindelli, ”abbiamo accolto positivamente la voglia e la disponibilita’ del mondo venatorio ad agire nell’interesse comune. Noi, come Regione Lazio, confermiamo, cosi’ come gia’ avvenuto in passato, il nostro impegno a valutare concretamente la possibilita’ di recepire, nei limiti previsti dalla normativa vigente, alcune delle proposte emerse, per dare seguito allo spirito di collaborazione avviato dal tavolo”
“Le preaperture comporteranno gravi rischi per la natura, perché colpiscono specie che hanno appena terminato la nidificazione. Inoltre, i calendari venatori di molte regioni non applicano le nuove norme introdotte dall’art. 42 della Comunitaria, che impongono tutele ben precise per i periodi di riproduzione e migrazione prenuziale degli uccelli”, è quanto denuncia la LIPU-BirdLife Italia.
Saranno dodici le specie di uccelli cacciabili, di cui quattro (tortora, quaglia, beccaccino e marzaiola) con popolazioni in declino.
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“Sparare in questo periodo dell’anno – sottolinea Elena D’Andrea, Direttore Generale LIPU – vuole dire compromettere le popolazioni delle specie coinvolte perché si colpisce gli esemplari che hanno appena terminato la nidificazione. I migratori provenienti dal Nord Europa, infatti, arriveranno nel nostro Paese solo alla fine di settembre”.
Ancor più grave, anche sotto il profilo giuridico, il comportamento di molte regioni che ignorano le nuove norme introdotte nella legge 157/92 così come modificate dalla legge Comunitaria 2009 approvata di recente in Parlamento.
Il nuovo comma 1 bis dell’art. 18 della legge 157/92 introduce infatti il divieto di caccia nei periodi di riproduzione e migrazione prenuziale degli uccelli. Secondo le indicazioni fornite di recente dall’ISPRA per una corretta applicazione delle nuove norme, le regioni avrebbero dovuto introdurre per alcune specie la sospensione totale della caccia, e per la quasi totalità di esse l’avvio dell’attività venatoria non prima del 1° ottobre per farla terminare tra il 31 dicembre e il 20 gennaio. Solo Lazio e Puglia hanno inserito nei propri calendari venatori la fine anticipata della caccia per i tordi, la beccaccia e diverse specie di anatre.
“Stiamo attentamente valutando la situazione – prosegue D’Andrea – e non escludiamo ricorsi ai TAR che, nei prossimi giorni, potremmo presentare insieme alle altre associazioni ambientaliste. L’Italia – conclude – deve applicare senza esitazioni le nuove previsioni di legge, anche perché si tratta di stringenti obblighi comunitari”.