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“Chi non crede del Pdl se ne vada”. Di Giorgi dice la sua su Fini & co.

 

Il consigliere regionale Di Giorgi

LATINA – Un “no” deciso al progetto di Fini arriva dal consigliere regionale e Presidente della Commissione Mobilità, Giovanni Di Giorgi, che dice la sua “sull’evoluzione del centrodestra” e accusa di mancanza di lucidità chi condivide il parere del Presidente della Camera. Per Di Giorgi i metodi democratici non erano di casa in An, mentre lo sono nella formazione politica di cui è leader Berlusconi. L’intervento di Di Giorgi arriva dopo la presa di posizione a favore di Fini del vicepresidente della Provincia, Salvatore De Monaco, che potrebbe aprire la strada ad un rimpasto in autunno.

“Ritengo – scrive Di Giorgi – che le posizioni espresse dagli esponenti politici che oggi fanno riferimento al nuovo gruppo “Futuro e libertà” di Gianfranco Fini manchino di quella lucidità politica che è oggi invece quanto mai necessaria per adempiere al meglio al nostro compito di amministratori pubblici. Lo affermo perché anche io ho avuto una lunga militanza politica in Alleanza nazionale e posso garantire che all’interno di quel partito i meccanismi di democrazia erano di gran lunga meno presenti rispetto al Popolo della Libertà. In An – continua Giovanni Di Giorgi – il processo decisionale era speso privo di condivisone e dei suoi necessari aspetti di confronto e dibattito che sono alla base di un percorso di crescita comune. In tal senso condivido pienamente quanto espresso nei giorni scorsi dall’on. Fabio Rampelli, che ha ben ricordato come in An le decisioni erano spesso prive di processi partecipativi e si riducevano a seguire la linea dettata da Gianfranco Fini. Intendo dire, con questo, che certo il Pdl presenta ancora molti aspetti organizzativi da definire e io stesso ho auspicato di promuovere alla ripresa autunnale una fase politica e programmatica di riorganizzazione complessiva, un salto di qualità anche nel dibattito interno, perché solo a tali condizioni sarà possibile lavorare in maniera comune e lineare per l’interesse collettivo. Era questo uno degli aspetti essenziali che aveva portato all’unione di An e Forza Italia per dar vita la Pdl e chi non lo ha capito è giusto che esca dal partito chiarendo definitivamente la propria posizione,perché non possiamo più di questi “disfattisti”.

Certamente in questi mesi il Pdl, partito giovane e capace di abbracciare molte posizioni nel centrodestra, ha avuto momenti di assestamento nei suoi organi di rappresentanza e nelle sue dinamiche interne, ma certo è da stigmatizzare la posizione di quanti hanno considerato il Pdl solo come un treno in corsa da prendere per inserirsi nei meccanismi del potere. In questo contesto, allora, è positivo che si distinguano ruoli e posizioni e chi non è fedele alle idee in cui si è creduto deve seguire altre strade”.

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