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“Premio Sabaudia Cultura”: vincono Calabrò e Rizzo

SABAUDIA – Oltre 400 persone hanno assistito alla cerimonia di premiazione del “Premio Sabaudia Cultura”, che ha visto Corrado Calabrò con il libro “Reteitalia” aggiudicarsi il premio della giuria tecnica e il giornalista Sergio Rizzo con il suo “La cricca” conquistare, con 719 preferenze, il premio della giuria popolare.

La manifestazione ha visto quest’anno salire sul palco di via Umberto I autori e protagonisti della vita pubblica italiana di forte spessore: oltre ai due vincitori, Francesco Rutelli, Michele Ainis, Aldo Cazzullo, Mario Segni coordinati tutti dal direttore artistico Luigi Tivelli e dal presidente della giuria Giovanni Russo, storica penna de “Il Corriere della Sera”, che con giornalisti del calibro di Mauro Mazza, Mario Sechi e Maria Latella hanno intervistato e introdotto i sei autori. «Non abbiamo scelto soltanto sei libri di spessore – ha commentato Luigi Tivelli – ma anche sei autori che avessero particolari doti di comunicabilità nei confronti del pubblico, accendendo il dibattito su questioni serie e delicate».

Soddisfatto il sindaco Maurizio Lucci, che vede con questo evento la città di Sabaudia risalire la classifica delle città che fanno cultura qualificata a livello nazionale durante la stagione estiva. «Non nego che siamo già al lavoro per la terza edizione – ha anticipato il primo cittadino – il premio più grande va al pubblico e ai turisti che sono accorsi in massa alle presentazioni. Questo sta a significare che la nostra estate è fatta di mare, sole, natura selvaggia, razionalismo e da oggi anche di grande cultura».

Corrado Calabrò, vincitore del premio della giuria

IL PREMIO DELLA GIURIA è dunque andato a Corrado Calabrò. Il libro, edito da Rubbettino, testimonia il significato del servizio imparziale allo Stato ed evidenzia i limiti degli assetti e della qualità del sistema televisivo e il ruolo delle nuove tecnologie di telecomunicazioni per il rilancio del Paese. «Mi auguro che il servizio televisivo italiano possa migliorare a partire da un freno da porre alla forte lottizzazione in cui è caduta la Rai – ha commentato Calabrò presentando la sua opera – dove ci sono ben 13mila giornalisti a servizio molti dei quali depressi per non essere utilizzati. Mi auguro anche che accanto all’Audite ci sia anche la Qualitel a misurare la qualità di certe trasmissioni».

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