ROMA – Il consigliere Stefano Galetto, presidente della XII commissione, ha presentato presso gli uffici del Consiglio Regionale del Lazio, una mozione per chiedere la revisione del calendario venatorio regionale. In particolare si chiede di estendere al 31 gennaio 2011 il permesso di caccia anche alle specie – come beccaccia, tordo, fischione, canapiglia, moretta, germano reale e tutti gli anatidi in genere – ora cacciabili solo fino al 20 dello stesso mese. “Parliamo di specie migratorie – precisa Galetto – che in tutte le regioni a noi confinanti sono cacciabili sino alla fine della stagione. Non si capisce quindi questo limite che è proprio solo del Lazio, un’anomalia rispetto al centro Italia”. Infatti nei calendari venatori, che regolano i termine della corrente stagione di caccia, della Toscana, dell’Umbria, dell’Abruzzo, del Molise, delle Marche e della Campania questo insolito limite temporale non è presente: “Ci vogliamo semplicemente adeguare ai termini previsti in tutto il centro Italia, al fine di rendere omogeneo l’esercizio dell’attività di caccia” precisa il consigliere. “Capisco che il popolo dei cacciatori si aspettasse dalla Giunta di Centro Destra un cambiamento, una risposta che incontrasse maggiormente le sue esigenze, invece la proposta elaborata per la stagione corrente rappresenta addirittura un passo indietro. Voglio credere che sia dovuto alla confusione derivata dall’avvicendarsi, in un breve lasso di tempo, di diversi assessori alle politiche agricole. A ciò si aggiunge il fatto che i lavori per l’assestamento del bilancio – che si sono prorogati fino ad agosto – hanno impedito la discussione della mozione che proponeva una pre-apertura della stagione venatoria realmente vicina alle esigenze dei cacciatori. Ora non ci sono più scuse “.
Conclude così Stefano Galetto: “E’ opinione diffusa tra i cacciatori che questa Giunta sia partita con il piede sbagliato; in realtà sono convinto che ci sia la volontà politica nella maggioranza per consentire l’esercizio della caccia, passione dalle nobili e antiche tradizioni, in maniera adeguata e soddisfacente, nel rispetto della natura e dell’ambiente”.