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LA STORIA – “Sono transgender”, i colleghi lo umiliano. Lui tenta il suicidio.

Il trans è finito al Goretti dopo aver tentato il suicidio

LATINA – Anni di mobbing perché transgender lo hanno ridotto allo stremo, fino a fagli tentare il suicidio. La storia è di S.T. un 35 enne residente in provincia di Latina, trasformatosi da donna in uomo. L’ha raccolta l’avvocato Daniele Stoppello, responsabile dell’Ufficio Legale di Gay Help Line.

Stefano (il nome è di fantasia) secondo quanto racconta il legale, lavora da circa 10 anni per una grande azienda casearia pontina come operaio, tutto bene fino a quando 5 anni fa dichiara apertamente al datore di lavoro e alle sue colleghe di voler intraprendere il percorso di transizione. L’outing è l’inizio delle discriminazioni: gli viene vietato l’accesso al bagno e allo spogliatoio. Lo chiamano ‘transformer’, all’ora di pranzo – racconta sempre lui – nessuno mangia con lui e gli dicono “ti faremo impazzire”. Le offese si fanno sempre più pesanti e riceve anche due lettere di richiamo.

gayhelpline

Il 13 settembre scorso, S.T., esasperato da questo clima, ha tentato di togliersi la vita tagliandosi i polsi con un taglierino all’interno dell’azienda, in presenza di colleghe e dirigenti. Nonostante perdesse molto sangue è stato anche spintonato per essere poi soccorso all’uscita dello stabilimento dagli operai di un’azienda vicina, e trasportato successivamente all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.

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