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Audio-Foto Scavi a Villa Domiziano. Ronchi: “C’è un tesoro nascosto da portare alla luce”

attività di scavo

SABAUDIA – Sabaudia è un sito archeologico d’eccellenza. Lo pensano gli studiosi che stanno realizzando una campagna di scavi nell’area non aperta al pubblico di Villa Domiziano, nell’ambito di un protocollo di intesa tra Parco Nazionale del Circeo, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, Università degli studi di Roma La Sapienza e Polizia Forestale.

Nell’area Nord della Villa di Domiziano le sorprese non sono mancate, come ha spiegato questa mattina nel cosro di una visita guidata, il direttore degli scavi, l’archeologo dell’univesrità La Sapienza di Roma,  Diego Ronchi ASCOLTAaudioDiego Ronchi archeo 28 ott]

villa domiziano prima dello scavo

“Le indagini, svolte sotto la direzione scientifica del prof. A.M.Jaia  – spiegano dal Parco  – sono state realizzate con la collaborazione di studenti, laureandi e dottorandi delle cattedre di Topografia Antica (prof.ssa M.Fenelli ) e Rilievo e analisi tecnica dei monumenti antichi (A.M.Jaia). La campagna di scavo e rilievo strumentale, realizzata su un’area di 1.5 ettari di estensione, ha avuto come principali obiettivi: la comprensione delle fasi di occupazione del sito, la conclusione e l’ampliamento dei rilievi e l’approfondimento conoscitivo presso due zone del complesso tramite l’apertura di due saggi”.

LE SCOPERTE – “Il primo tra questi due saggi di scavo – hanno spiegato gli archeologi –  è stato realizzato alle spalle della porzione NE del portico che borda la peschiera tardo – repubblicana e  ha evidenziato la sistemazione e l’apparato decorativo delle aree prospicienti il lago. Gli scavi di questo settore hanno permesso di ricostruire la zona come un’area porticata con prospetto a colonne verso il lago, decorata con pregevolissimi affreschi e con mosaico pavimentale monocromo bianco con fascia nera perimetrale. Tale ricostruzione si è basata sul rinvenimento di copiosissimi brani di intonaci decorati, che saranno oggetto di studio e ricomposizione nel corso dei mesi invernali, delle colonne di laterizio in stato di crollo, e del mosaico conservato per quasi l’intera estensione del saggio.

Il secondo saggio di scavo, ha interessato una porzione della parte rustica della villa. La villa, infatti, nel mondo romano, non è esclusivo luogo di otia ma è anche complessa macchina produttiva al servizio del dominus. Tale distribuzione di spazi e funzioni è particolarmente evidente presso l’area in esame. Le recenti indagini stratigrafiche hanno infatti messo in luce una fullonica (tintoria) e l’articolato impianto idraulico al suo servizio: si tratta di un complesso dedalo di condutture e vasche in ottimo stato di conservazione ed in gran parte ancora da esplorare.

La villa di Domiziano, che nasce attorno alla fine del II sec. a.C. sembrerebbe essere abitata almeno fino al III-IV d.C. Solo l’estensione quantitativa e qualitativa delle indagini potrà supportare con maggiore certezza il racconto delle vicende del sito. L’esistenza di un simile polo culturale, il cui confronto più stretto per monumentalità ed estensione, si trova a Tivoli nel complesso della Villa Adriana, rende evidente la fortuna di un territorio non esclusivamente ricco di bellezze naturali e paesaggistiche, ma anche di risorse culturali e storiche. Gli scavi, che coniugano formazione universitaria e ricerca scientifica, possono considerarsi il prodromo di una nuova stagione di scoperte all’insegna del turismo sostenibile”.

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