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Sanità, Latina rischia di perdere il dea di II livello. Nessun chiarimento in consiglio regionale

LATINA – Il Consiglio regionale straordinario sulla sanità si terrà dopo l’approvazione del piano di rientro del commissario Renata Polverini da parte del governo. Lo ha annunciato in Aula ieri il presidente della Pisana Mario Abbruzzese, rendendo nota la decisione presa pochi minuti prima in conferenza dei capigruppo. Dunque nessuna discussione sulla sanità. “Abbiamo chiesto che la presidente della Regione Lazio Renata Polverini venga qui alla Pisana a discutere con il Consiglio del Piano di rientro sanitario, e che lo faccia prima del 13 di questo mese, perchè se in quella data il piano verrà approvato dal governo, ogni discussione successiva sarebbe assolutamente inutile”, aveva affermato il capogruppo del Pd al Consiglio regionale del Lazio Esterino Montino. “Se Polverini venisse qui dopo il 13 – ha concluso Montino – invece di fare il Consiglio sarebbe sufficiente leggerci il provvedimento”.

IL GORETTI – Per Latina le polemiche non si placano e l’attenzione ora appare puntata sul Dea di II livello che il Santa Maria Goretti potrebbe perdere. Secondo quanto risulta dalle tavole del piano sanitario infatti ad ogni macroarea sarebbe attribuito un solo dea di II livello e dunque il capoluogo potrebbe perderebbe il riconoscimento a vantaggio del Dea di Roma presente nella macroarea 3. Nel nosocomio di Latina le specialità penalizzate dal piano sono: neurochirurgia che perde 4 posti letto, oculistica che ne perde 5, penaumologia – 3, oncologia che diminuisce la sua dotazione di due posti e medicina d’urgenza che segna – 4.

GAETA e SEZZE – Per quanto riguarda invece la decisione di riconvertire gli ospedali di Sezze e Gaeta, si spiega che l’obiettivo è quello di garantire un’offerta sanitaria coerente con il fabbisogno espresso dalla popolazione e che ben l’80% dei residenti nei due comuni in questione non si rivolge alle strutture cittadine. L’idea è quella di utilizzare le risorse impiegate nei due nosocomi per potenziare servizi carenti sul territorio.

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