
Fabrizio Cirilli
LATINA – “Com’è possibile che in otto anni nessuno abbia sentito il dovere di informare i cittadini anche se esistono leggi che lo prevedono espressamente?”. Il caso dell’acqua all’arsenico in provincia di Latina preoccupa i cittadini e comincia a suscitare reazioni. Dopo la pubblicazione della decisione della Commissione Europea di non concedere le deroghe chieste dall’Italia per consentire l’ulteriore lo sforamento dei limiti di arsenico nelle acque ad uso potabile che presentino concentrazioni superiori ai 20 microgrammi per litro, in provincia di Latina si apre un vero e proprio caso.
E mentre Acqualatina tace e nessuna informazione giunge agli utenti pontini dalla Asl e dalla Regione, il leader dell’Altra Faccia della Politica Fabrizio Cirilli, si chiede come sia stati possibile giocare per otto anni con la salute di chi, fidandosi della serietà degli enti preposti ai controlli, beve acqua dal rubinetto tutti i giorni. ASCOLTA CIRILLIaudiocirilli arsenico]
In provincia di Latina i problema riguarda circa 200mila utenze, forse di più. Non hanno ottenuto il premesso di poter sforare i comuni di Latina, Aprilia, Sabaudia, Cisterna, Cori, Priverno, Sermoneta, Sezze e Pontinia dove la concentrazione supera i 50 microgrami per litro. Per quanto riguarda l’arsenico – l’Ue sottolinea testualmente che “prove scientifiche indicate dall’Organizzazione mondiale della sanità e nel parere del comitato scientifico dei rischi sanitari e ambientali consentono deroghe temporanee fino a 20 μg/l, mentre valori di 30, 40 e 50 μg/l come in provincia di Latina determinerebbero rischi sanitari superiori, in particolare alcune forme di cancro”.
