SABAUDIA – Il Presidente Cusani non perde occasione per rilanciare l’ormai notissimo e contestatissimo progetto di riqualificazione ambientale sul Lago di Paola, anche speculando sul drammatico crollo (metafora perfetta dell’Italia odierna) della Domus dei Gladiatori di Pompei. Vogliamo far notare al Presidente Cusani, il quale afferma che il progetto provinciale avrebbe previsto il restauro del canale romano e del ponte rosso, che in realtà esso, come abbiamo denunciato da tempo, costituisce solo un “cavallo di troia” per la navigabilità del Lago di Paola, negata dal PTP regionale, presuppone non il restauro archeologico dell’area ma la sua compromissione definitiva, la realizzazione, di fatto, di una portualità vietata dalla norme regionali, nazionali ed europee e l’ennesima speculazione a danno della legalità, del Parco nazionale e dell’ambiente. Se davvero il Presidente fosse stato interessato al restauro dell’area e al suo rilancio anche in termini di ecoturismo, avrebbe condiviso un progetto di diversa natura con l’Ente Parco nazionale del Circeo e la proprietà del Lago e stanziato fondi adeguati per la messa in sicurezza dell’area e la sua valorizzazione, affiancando nell’opera di ricerca la Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio e l’Università di Roma, facoltà di archeologia, che con un lavoro di particolare rilievo scientifico stanno ottenendo risultati di interesse internazionale, a testimonianza dell’alto valore storico e archeologico del sito. Il Presidente ha invece solo cercato di imporre arrogantemente il suo progetto, che di fatto viola norme e procedure, è responsabile di uno scontro istituzionale che ha innescato pericolose derive accentuando toni polemici e provocatori, ha proposto a ripetizione proposte di commissariamento dell’Ente Parco sempre fallite. Invitiamo dunque il Presidente Cusani ad abbandonare l’oramai velleitario e iperbocciato progetto di riqualificazione sul Lago di Paola, a superare il rancoroso rapporto che Egli continua ad avere con il Parco nazionale del Circeo e a stanziare adeguati fondi per approfondire gli scavi archeologici nell’area così da valorizzare realmente, come sua volontà dichiarata, il Parco nazionale e l’area interessata avviando un percorso di rilancio culturale, legalitario ed economico di cui il territorio sente urgente il bisogno.