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Nucleare, il “no” di Legambiente in un dossier. La presentazione al Circolo Arcobaleno

LATINA – Quali le comunità a cui verrà “appioppato” il “bidone nucleare”? Nella lista delle più palpabili c’è anche Latina con il sito di Borgo Sabotino. Il Governo glissa sulle localizzazioni, a ipotizzare ed individuare, carte a la mano, quali saranno i territori che ospiteranno le centrali è Legambiente. “A chi tocca il bidone nucleare?” è il titolo del dossier curato dall’associazione e pubblicato sul suo sito dal 4 novembre in cui si svelano le magagne del nuovo “vecchio” nucleare e si fa il punto sui possibili siti. Il documento sarà illustrato domani alle 15 presso la sede del Circolo Arcobaleno di Legambiente di Latina, in Largo Jacopo Peri, 76 zona Nuova Latina (ex Q4), centro commerciale “Lestrella”.

Il Circolo Arcobaleno del capoluogo ha contribuito al dossier curando il paragrafo dedicato alla centrale di Borgo Sabotino, facendo il punto sul decommissioning e sulla realizzazione del deposito di scorie che dovrà ospitare prima le scorie di minore intensità radioattiva – derivanti dallo smantellamento delle strutture accessorie al reattore e le altre scorie ad oggi stoccate negli altri locali del sito – e poi dal 2025, data prevista per il rientro del combustibile vetrificato delle tre centrali di Torino, Latina e Garigliano, i rifiuti nucleari di terza categoria (i più pericolosi), derivanti anche dallo smantellamento del reattore della centrale di Borgo Sabotino in cui sono presenti ancora 2.000 tonnellate di grafite altamente radioattiva. Al fine di diffondere pubblicamente queste ed altre informazioni, cercando di stimolare il dibattito e l’interesse della cittadinanza sul tema, il Circolo ha organizzato, in collaborazione con il comitato “Libera Energia”, l’incontro di domani. Interverranno, oltre al Presidente del’Associazione Alessandro Loreti, il collaboratore del quindicinale free-press “Il Caffè” Roberto Lessio, socio storico del Circolo, e Katia Le Donne del Comitato scientifico di Legambiente, curatrice insieme a Stefano Ciafani del dossier. Parteciperanno inoltre alcuni esponenti regionali di Legambiente che porteranno con sé lo “Stendando No Nuke”, campagna promossa a livello regionale.

«Con l’approvazione della Legge Sviluppo n. 99 del luglio 2009 e con il Decreto Legislativo n.31 del 15 febbraio 2010 si è ufficialmente tornato a parlare di ritorno del nucleare in Italia – scrivono dall’associazione ambientalista, da tempo in prima linea nella promozione di iniziative di contrasto alla scelta governativa – Il nuovo piano energetico nazionale prevede, infatti, che il nostro paese si doti entro il 2020 di una quota del 25% del proprio fabbisogno di energia elettrica prodotta dall’atomo. Un ammontare pari a 13.000 MW. Questo significherà che varranno dislocate sul territorio nazionale non meno di 8 centrali nucleari, quattro delle quali dovrebbero essere realizzate da Enel in partnership con Edf Electricité de France con una tecnologia nota con il nome EPR – European Pressurized Reactor – con una potenza che può raggiungere i 1.600 MW. Questa tecnologia di terza generazione avanzata è ad oggi alla base di solo altri tre progetti nel mondo due dei quali in Europa: uno in Finlandia ed un in Francia. La particolare pericolosità del progetto EPR e le conseguenti complicazioni in fase di realizzazione hanno ad oggi fatto sì che i progetti francese e finlandese siano di là dall’essere conclusi, con ritardi superiori ai 4 anni e con aumenti dei costi di realizzazione di quasi il doppio rispetto a quanto preventivato. Mentre, quindi, il nucleare nel mondo e il progetto EPR incassano stop importanti, con commesse ritirate in Sud Africa, Canada e Stati Uniti, nel nostro Bel Paese del sole si insiste a sponsorizzare il nucleare senza neanche tener conto delle volontà espresse dai cittadini italiani nei tre referendum del 1986 ed impugnando le leggi che alcune Regioni hanno emanato per contrastare la scelta governativa».

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