
Claudio Moscardelli
LATINA – La fase commissariale del Comune di Latina volge al termine: tre mesi ancora e i cittadini sceglieranno la nuova amministrazione comunale. Il Prefetto Nardone ha assolto il compito di Commissario con grande impegno con l’obiettivo di migliorare le condizioni economiche dell’Ente. Tuttavia, il compito del Commissario Prefettizio è inquadrato normativamente nell’alveo dell’ordinaria amministrazione. Il motivo è semplice: il Commissario è nominato e non eletto ed è uno strumento previsto dall’ordinamento per colmare il vuoto che si determina tra lo scioglimento e le nuove elezioni. Riteniamo che il Commissario in alcuni casi abbia compiuto degli atti che siano andati oltre l’ordinaria amministrazione e che si appresti a compierne altri ancora. Con grande lealtà mi pare doveroso segnalare al Commissario gli atti che debbano essere adottati dal nuovo Sindaco non essendovi ragione che siano anticipati in regime commissariale per due motivi: o rischiano di pregiudicare l’azione del nuovo Sindaco in alcuni settori o di avere durata temporanea, connessa alla scadenza del mandato del Commissario. In sintesi: i provvedimenti in materia urbanistica rientrano negli atti di programmazione e di pianificazione del territorio la cui importanza è giudicata così rilevante dall’ordinamento da affidarli come competenza al Consiglio Comunale, non alla Giunta, in quanto il Consiglio è l’organo più rappresentativo perché coinvolge con il Sindaco tutte le rappresentanze politiche di maggioranza e di opposizione. Dopo la variante in zona L il Commissario ha proceduto ancora con provvedimenti urbanistici o che incideranno sugli strumenti vigenti e futuri: le varianti o la vendita di aree non appare neppure sufficientemente motivata. La riorganizzazione del personale è scelta del Sindaco e il Commissario può svolgere un lavoro preparatorio ed istruttorio basato sull’analisi e la valutazione dei carichi di lavoro e ad ipotizzare un modello più efficiente e imperniato sulla trasparenza dell’azione amministrativa. Se decidesse di adottare provvedimenti e nominare dirigenti svolgerebbe un’azione non comprensibile per la portata limitata nel tempo e nelle funzioni, connessa al suo mandato. Sul trasporto pubblico ci sembra ragionevole una proroga limitata, anziché procedere ad un nuovo bando per il servizio da affidare nei prossimi 6 anni. Il costo previsto del servizio e di 26 milioni di euro. Il trasporto pubblico è una scelta strategica e la nuova amministrazione dovrà raccogliere la sfida di realizzare un profondo cambiamento del servizio per disincentivare l’uso del mezzo privato e migliorare la qualità dell’aria e della vita della Città. Perché procedere alla gara d’appalto? Spero che il Commissario Nardone voglia riflettere e tenere conto delle obiezioni avanzate.
Riceviamo e pubblichiamo da
Claudio Moscardelli
Candidato Sindaco di Latina
Pronta la risposta di delll’ex cosigliere comunale Maurizio Scalia lista progetto per Latina:
“Mi rimane difficile – dichiara l’ex consigliere Scalia – dare una chiave di lettura alle dichiarazioni del candidato sindaco del Partito Democratico Claudio Moscardelli rispetto ad alcune questioni legate all’amministrazione ordinaria della nostra città, che più che appunti sull’operato del commissario sembrano delle esternazioni. Non è importante la critica o meno al commissario prefettizio che non necessita dell’intervento del sottoscritto per un giudizio sul suo operato, bensì le questioni nel merito delle quali entra Moscardelli che, guarda caso, riguardano: urbanistica, personale comunale e trasporto urbano.
Infatti l’incomprensibile presa di posizione rispetto a questioni che di per sé, se approfondite, non giustificherebbero il tono delle affermazioni rispetto a ciò che è invece la difficile situazione lasciata al Commissario da un sindaco che il Pd afferma di aver contrastato in tutto e per tutto, mi porta a riflettere su una serie di questioni che nella passata consiliatura ci lasciarono dubbiosi. Il dubbio nasce proprio perché gli argomenti dibattuti nelle dichiarazioni sono gli stessi su cui, in sede di Consiglio Comunale, il Partito Democratico ha fatto talvolta, consapevolmente o inconsapevolmente, da sponda alle scelte dell’amministrazione guidata dall’ex sindaco.
Nell’ambito delle accuse sul settore urbanistica, infatti, non mi sembra si evidenzi come un atto così “straordinario” l’adozione di un provvedimento già approvato dal Consiglio Comunale, tra l’altro un provvedimento che serve per introitare somme da utilizzare a fronte degli sprechi pregressi. Questa presa di posizione fuori luogo, incomprensibile e forse spropositata porta alla mente situazioni altrettanto incomprensibili riguardanti questa materia e cioè circostanze in cui il gruppo del Pd guidato da Maurizio Mansutti avallò la politica di Zaccheo. Tanto per fare qualche esempio, il Pd votò le linee guida della variante al piano regolatore per la Marina e lo stesso Pd locale non mosse un dito in Regione Lazio per far sì che il loro assessore di riferimento, attraverso un commissariamento ad acta, imponesse al Comune di Latina di provvedere alla risoluzione del problema dei campeggi, prima che questi fossero posti sotto sequestro. In tutta la questione urbanistica, del resto, come non ricordare la figura dell’ingegner Panini, consulente del sindaco Zaccheo, che stonava politicamente poiché vista la sua storia politica dava inevitabilmente adito ad ipotesi di strani rapporti di congiunzione tra il primo cittadino ed elementi o imprenditori di dichiarata vicinanza Pd.
La seconda questione riguarda invece il personale dipendente del Comune, ed anche qui non ci stupisce che Moscardelli si sia risentito di alcuni interventi del Commissario, poiché anche qui alcune scelte dell’ex sindaco sulle nomine dei dirigenti erano cadute “incomprensibilmente” su personaggi facilmente riconducibili al centrosinistra.
Infine, non ci stupisce nemmeno l’esternazione sul trasporto pubblico locale dal momento che su questa alcuni esponenti del Pd in determinate circostanze ha avuto un atteggiamento poco chiaro. Ricordiamo, infatti, che sul tema Metroleggera, nonostante le interrogazioni inviate dall’allora Consigliere Regionale Fabrizio Cirilli, e nonostante la posizione ufficiale del Pd locale fosse “ufficialmente” contraria alla realizzazione dell’opera non mosse un dito per pretendere una risposta dall’ ex assessore ai Trasporti regionale Franco Dalia (loro diretto referente in Regione) in merito al piano economico stanziato che avrebbe potuto bloccare il progetto mettendoci sopra una pietra tombale prima della sottoscrizione del contratto capestro.
È inevitabile – conclude Scalia – che tutto ciò che apparentemente è poco comprensibile lasci un alone di perplessità rispetto a prese di posizione che appaiono di per sé sproporzionate su cose quasi irrilevanti se paragonate ai fatti che dovrebbero essere realmente dibattuti e trattati vedi ad esempio la questione del cimitero.”
