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Cirilli: “Per essere credibili occorre dare nome e cognome alle cose”

Fabrizio Cirilli

LATINA – Se veramente vogliamo essere credibili nell’interpretare quel cambiamento che la gente si aspetta dalla politica, bisogna avere il coraggio di dare nome e cognome alle cose, e quindi non si può non rispondere ai superficiali attacchi che il candidato sindaco del Pd Claudio Moscardelli ha rilasciato a mezzo stampa.
È inconfutabile, sotto gli occhi di tutti e provato da lettere ed atti amministrativi che, rispetto a certe questioni, c’è stato negli ultimi anni un atteggiamento atipico riguardo alla normale contrapposizione che ci dovrebbe essere tra un sindaco di centrodestra ed alcuni esponenti del Pd che stavano all’opposizione.
Potremmo portare ad esempio gli atti relativi all’approvazione delle linee guida per la variante al piano regolatore della marina, votate dal Pd e portate avanti da un consulente dell’ex sindaco non certo di area Pdl. Potremmo parlare del progetto della metro leggera rispetto al quale l’allora assessore regionale ai trasporti Dalia del Pd, si è sempre rifiutato, davanti alle nostre interrogazioni, di fornire quelle risposte che avrebbero chiarito l’insostenibilità dell’opera sotto l’aspetto economico. Cioè quello che il Commissario Nardone ha potuto chiarire all’indomani del suo insediamento.
Ma potremmo anche prendere ad esempio la questione dei campeggi. L’allora assessore regionale all’urbanistica Pompili ( Pd) a fronte di una mia richiesta scritta formale, si rifiutò di nominare un commissario ad acta che avrebbe potuto contribuire alla risoluzione del problema legato all’assenza del regolamento sulle opere murarie accessorie (servizi) nei campeggi previsto per legge. Rifiuto (guarda caso!) motivato proprio dalla volontà dell’amministrazione Zaccheo (Pdl) di approvare una variante al PRG, quella stessa variante le cui linee guida vennero appunto votate in consiglio comunale  anche dal Pd di Mansutti e Moscardelli.
Potremmo andare avanti così con altri esempi, come quello del cimitero etc , ma il punto non è questo. La questione vera è legata alla capacità, ed a volte anche al coraggio, di dare nome e cognome alle cose a prescindere dal fatto che questo possa essere conveniente o meno. La storia ci insegna che è solo dalla capacità di fare questo che nascono i progetti politici veramente nuovi, in grado di dare una svolta rispetto al passato.
Ed allora. Da una parte c’è chi, nell’ambito di un confronto forte, a volte anche di scontro, è riuscito a trovare nella figura di  un candidato  a sindaco quale Giovanni Di Giorgi una sintesi legata anche al coraggio di dare una lettura vera delle cose che sono accadute nella nostra città, anche se questo passa inevitabilmente attraverso la bocciatura di alcuni progetti che si sono rivelati essere inadeguati.  Dall’altra parte, invece, c’è chi, dopo un congresso “blindato”, durante il quale non sono esplose le “strane contraddizioni” che si sono verificate in consiglio comunale durante l’era Zaccheo, ha sancito la sua leadership, ha riproposto la stessa leadership alle primarie che (guarda caso!) hanno confermato ciò che il congresso blindato aveva stabilito, e portato alle elezioni una classe dirigente che sembra uscire fuori dalla ex Dc degli anni ’80.
Alla luce di tutto ciò ritengo necessario riportare i ragionamenti del confronto politico su quello che realmente può servire affinchè il futuro sia diverso dal passato, entrando nel merito di questioni quali la necessità di ricreare uno stato sociale vivibile, la necessità di mettere in campo un’economia alternativa, la risoluzione del problema del sovra indebitamento che vede le nostre famiglie sottoposte ad un rischio costante, la lotta alla micro e macro criminalità.
Rispetto a tutto questo forse la cosa più importante da fare, legata ad un cambiamento vero e non di parte, non è tanto speculare su polemiche superficiali legate al gioco delle parti, ma avere il coraggio di dare nome e cognome alle cose accadute, anche quando questo comporta di doversi assumere le responsabilità del caso mettendosi, se necessario, in discussione, cosa che oggi ritengo abbia fatto Giovanni  Di Giorgi, e che invece si sono guardati bene dal fare Claudio Moscardelli, Enrico Forte ed il loro Partito Democratico.

Riceviamo e pubblichiamo

da Fabrizio Cirilli

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