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ACQUA PUBBLICA
Si riaccende la battaglia sul dissalatore a Ventotene

Ventotene

VENTOTENE – Si riaccende la battaglia sulla gestione dell’acqua pubblica a Ventotene. A renderlo noto è oggi un articolo apparso sul Corriere on line. Mentre sul fronte turismo debutta la nuova compagnia Laziomar, altri enti tengono ben stretto il business dell’acqua. Il suo trasporto alle isole con navi cisterna è ancora nelle mani della Vetor, che vanta «una flotta sociale di 12 navi cisterna». La società ha rinunciato agli aliscafi ma non ai soldi pubblici per far viaggiare le cisterne del mare tra il continente e le isole.

A Ventotene periodicamente ormeggia – fuori dal porto – una nave cisterna da 750mila metri cubi d’acqua. Per ovviare a questo ingombro il rimedio ci sarebbe: si tratta del dissalatore, ma la sua realizzazione, seppur caldeggiata dalle amministrazioni, non piace a tutti. Grande clamore, pichi giorni fa, ha suscitato, proprio a Ventotene, il protocollo d’intesa tra Comune, Provincia e Acqualatina per l’autosufficienza dell’approvvigionamento idrico tramite un dissalatore. Il motivo del contendere è il fatto che il dissalatore verrebbe affidato a privati, anziché esser acquistato e installato dalla Regione, che risparmierebbe così milioni di euro l’anno sui costi attuali delle navi cisterna. Molti hanno gridato allo scandalo, al tentantivo di privatizzare l’acqua con una manovra “salva azienda”, prima di affrontare gli effetti concreti del referendum, nel quale i cittadini hanno bocciato la gestione privata dell’acqua. In pratica sull’isola c’è la consapevolezza di dover cambiare strategia sulle risorse idriche, ma le scelte del Comune non piacciono. I cittadini sono per il dissalatore, ma non vogliono che la risorsa sia gestita da un ente privato.

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