
La sede della Facoltà
LATINA – Il botta e risposta sull’università registra oggi l’intervento degli studenti dell’Ateneo di Latina. Parliamo dello spostamento delle cliniche di Medicina dal Goretti in altri presidi, in particolare Terracina, secondo una certa proposta politica.
“La cosa che mi rammarica – dice Massimiliano Amato studente di Eonomia e rappresentante degli studenti presso l’università – è la constatazione che i politici che oggi parlano non conoscono la realtà… fanno la fila per parlare del futuro di Medicina quando da anni è sotto gli occhi di tutti che vi è un problema di sicurezza, dovuto alla mancanza di custodia della sede di Professioni Sanitarie a Via Varsavia e ogni volta con il pronto intervento dell’ufficio tecnico della Sapienza, nessun politico si è interessato per capire il problema ed essere di supporto.
Non so quanti sanno – aggiunge Amato – che nella nostra sede ci sono ragazzi che vengono sia dalla Provincia di Latina, ma anche da altre Regioni e non tutti con automezzo proprio per potersi spostare e non mi sembra che il nostro servizio trasporti sia così efficiente visto che i ragazzi che soggiornano al Victoria Palace sono costretti a recarsi a piedi alle sedi universitarie poiché non c’è una linea di pulman che colleghi la struttura residenziale con le facoltà come richiesto dagli studenti alle istituzioni. Ma la cosa di cui la classe politica non si rende conto forse perché non ha questi problemi è che dietro ad ogni studente iscritto vi sono spese di affitto, spese per l’acquisto di libri, spese per mantenersi nella città, e famiglie che nel pieno di una crisi finanziaria fanno sacrifici per garantire un futuro ai propri figli.
Lascia perciò perplessi l’atteggiamento di alcuni politici locali che a Latina abitano e detengono un certo bagaglio di consensi, pronti ad accettare qualunque proposta senza un minimo accenno di riflessione, o ancor peggio a chiudersi in un più conveniente silenzio senza tener conto della difficile situazione economica e sociale in atto, e dell’impatto che alcune scelte potrebbero avere sulla collettività.
Inoltre spiega Amato, con la riforma Gelmini, se si decidesse per la chiusura della facoltà di Medicina si metterebbe a rischio tutto il polo pontino. Infine l’invito ai politici ad organizzare una tavola rotonda per confrontarsi sui problemi reali degli universitari e del polo pontino.
- Silvia Sanvito
Dice no al trasferimento anche la responsabile Attività Produttive dei Circoli Nuova Italia, Silvia Sanvito. “Vorrei esprimere il mio disappunto riguardo l’ipotesi del trasferimento della Facoltà di Medicina da Latina a Terracina, e non per motivi campanilistici ma perché convinta della necessità di salvaguardare una realtà socio-culturale che andrebbe semmai valorizzata anziché mortificata da sterili polemiche. Stupisce il tentativo di riportare alla luce un dibattito che si era ormai perso nel corso degli anni, soprattutto dopo aver compiuto un certo numero di investimenti nella realizzazione di un progetto nuovo ed avanzato di città. Tanto più strano e paradossale risulta apprendere della volontà di avere un ospedale completamente concentrato sulla pura finalità assistenziale, quando invece scopriamo che a Terracina il rapporto tra università ed assistenza medica ha dato finora ottimi risultati. Come mai a Terracina questo è possibile e a Latina no?
Certamente va migliorata la qualità del servizio e rivalutato il rapporto tra medici universitari ed ospedalieri, ma ciò non va fatto privando le nostre strutture sanitarie di risorse essenziali innanzitutto per i pazienti, causando inoltre notevoli disagi ai tanti studenti coinvolti.
E’ importante non dimenticare che la crescita del livello culturale di una città costituisce in termini economici una “esternalità” positiva; infatti la presenza del Polo Universitario ha dato modo, in questi anni, di completare il proprio percorso di studio a molti di quei giovani che per varie ragioni non avevano la possibilità di andare a studiare fuori città, garantendo in tal modo un innalzamento dei livelli d’istruzione e una maggiore quantità e qualità delle opportunità lavorative per tutti”.
