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APPROVATO IL PIANO RIFIUTI
Tre obiettivi entro il 2017
I commenti

Consiglio regionale

ROMA – Il Consiglio regionale del Lazio,presieduto da Mario Abbruzzese, ha approvato il Piano rifiuti della Regione con 40 voti positivi e 23 voti negativi. Il piano persegue, fino al 2017, tre obiettivi:

1. riduzione alla fonte della produzione di rifiuti

2. raccolta differenziata al 65% dal 2012

3. realizzazione di un sistema integrato di impianti di recupero e smaltimento.

Per la gestione dei rifiuti il Lazio è stato ripartito in cinque ambiti territoriali ottimali (Ato), corrispondenti in linea di massima ai territori delle province laziali. All’interno degli Ato andranno organizzati i servizi di raccolta dei rifiuti urbani e assimilati, garantita l’autosufficienza degli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) e di quelli di smaltimento di rifiuti urbani (discariche). In caso di carenze, un ambito potrà utilizzare impianti presenti in altri Ato (come accade per Rieti che si serve di Viterbo). Il piano contempla la possibilità per i comuni di derogare agli obiettivi di raccolta differenziata fissati al 65% con un accordo di programma tra ministero dell’Ambiente, Regione ed enti locali. Inoltre, il piano non indica direttamente le aree idonee (e quelle non idonee) ad ospitare gli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, ma fissa i criteri per la localizzazione da parte delle Province nei loro strumenti di pianificazione territoriale, ma la Provincia di Latina non avrà termovalorizzatore come avrebbe voluto l’ente guidato da Armando Cusani, dal momento che termovalorizzatori e gassificatori dovranno essere autosufficienti su base regionale. I tempi per la realizzazione degli impianti necessari a completare la dotazione a livello regionale sono stati stimati in 3 anni per quelli di TMB, 5 per quelli di trattamento termico e 3 per quelli di compostaggio.

ZARATTI – “Oggi sì è persa una grande occasione per approvare un piano che prevedesse un ciclo dei rifiuti sostenibile, in grado di far compiere un salto di qualità alla regione”. Lo dichiara Filiberto Zaratti, Consigliere di Sinistra ecologia libertà della Regione Lazio, intervenendo in aula della Pisana per motivare il voto contrario di Sel al Piano regionale dei Rifiuti. “Il Lazio aveva bisogno di un piano con politiche virtuose e previsioni chiare sulla riduzione dei rifiuti e sull’incremento della raccolta differenziata, come previsto anche da un emendamento che Sel ha fatto approvare e che eleva dall’1 al 10 per cento gli obiettivi per la riduzione alla fonte dei rifiuti – spiega Zaratti –  Invece ci ritroviamo un documento in cui si prevede tutto il contrario di tutto. Basti pensare che lo scenario di controllo (Piano B) può intervenire qualora gli obiettivi del piano non venissero raggiunti. E’ proprio questo è il tallone d’Achille del documento: si depotenziano fin dall’inizio le politiche virtuose”. “Oggi il Lazio ha perso un’occasione per compiere un salto di qualità, ignorando norme e regole europee – conclude Zaratti – puntando su una visione vecchia e superata del ciclo dei rifiuti”.

VALENTINI – “Il piano regionale sui rifiuti, approvato oggi in aula, è un involucro vuoto e insufficiente”. E’ quanto ha dichiarato Daniela Valentini consigliera regionale del Partito Democratico e componente della Commissione Ambiente e Cooperazione tra i popoli”. “Mancano gli investimenti, – spiega – la parte finanziaria e una progettualità industriale. Non ci sono prospettive realistiche sulla riduzione dei rifiuti e sull’incremento della raccolta differenziata”. “Si continuano a demandare le scelte, – continua – prolungando la vita della discarica di Malagrotta, oramai fuori legge, mentre si vogliono aprire nuove mega discariche che devastano i territori della provincia”. “In tutto ciò – conclude – Roma resta la grande assente.  Appare evidente che così il piano rifiuti ha tutta l’aria di essere un grande bluff”.

PONZO – “Se funzionasse la raccolta differenziata a Roma, cosa che purtroppo non è, ci sarebbero voluminose copie del Piano rifiuti approvato oggi dal centrodestra buone esclusivamente per il recupero e il riciclaggio della carta. È inutile che gli esponenti del  centrodestra garriscano come rondini nel convincimento di aver dato, grazie a un piano rifiuti simile a una scatola vuota, soluzione al problema immondizia nella nostra Regione.  Malagrotta viene prorogata, linee di smaltimento importanti non funzionano o lo fanno al 50 per cento, la raccolta differenziata, soprattutto a Roma, è ferma al palo, l’Ama è al disastro gestionale, i territori e i cittadini, l’Unesco, il Mibac non sono d’accordo sull’individuazione dei nuovi siti delle discariche, la Provincia di Roma è stanca di funzionare come la pattumiera della Capitale. Più che garrire i consiglieri di centrodestra dovrebbero strillare come gabbiani. Che, si sa, hanno più attinenza con ‘monnezza’ e discariche”.

GALETTO -“Si tratta di un Piano che offre risposte a un problema difficile e delicato come quello della gestione dei rifiuti – commenta il Consigliere Regionale Stefano Galetto –  dopo il Piano Casa e il bando di concorso per la Roma-Latina, la maggioranza di centrodestra incamera un nuovo grande risultato, con un progetto del settore rifiuti atteso da anni. E vorrei ricordare che tutto ciò avviene nonostante una fase di crisi economica mondiale, che ha comportato enormi sacrifici anche per le casse regionali, che hanno subìto tagli pesanti. Ma l’impegno di risolvere un problema grave che interessa milioni di cittadini, non poteva essere messo da parte”.  Il nuovo Piano Rifiuti regionale ha come obiettivo primario quello di potenziare la Raccolta differenziata e iniziative di prevenzione, recupero e riuso dei rifiuti, così da ridurne la produzione. Nelle discariche, compresa quella di Borgo Montello, confluiranno solo rifiuti trattati. Il piano, inoltre, individua 5 Ambiti Territoriali Ottimali (Ato) entro i quali organizzare i servizi di raccolta e smaltimento. L’Ato di Latina comprende anche Anzio e Nettuno, ma non alcuni comuni del sud pontino che, per loro esplicita richiesta, hanno aderito all’Ato di Frosinone. Il nuovo Piano mantiene l’impegno sull’emancipazione dalle discariche e permetterà di chiudere il ciclo in maniera virtuosa. La nuova impiantistica garantita dal Piano Rifiuti porterà la Regione Lazio a dotarsi di strumenti all’avanguardia per la gestione e il riuso dei rifiuti urbani.  Il piano punta, infatti, ad un incremento non solo quantitativo, ma soprattutto qualitativo della raccolta differenziata, in modo tale da garantire il perfetto riutilizzo dei rifiuti e contribuire alla progressiva chiusura delle discariche.  A riguardo, il Consigliere Stefano Galetto ricorda poi come “il nuovo piano rifiuti avrà un impatto importante anche per la provincia di Latina. Mi piace ricordare che il capoluogo pontino ha raggiunto oltre il 30% di raccolta differenziata e questo anche grazie al progetto in merito da me avviato quando ero Assessore all’Ambiente del Comune di Latina”.

ALDO FORTE – “Con il Piano Rifiuti continuano da parte della Regione le riforme strutturali che il Lazio chiedeva da tempo”. Lo dichiara in una nota l’assessore alle Politiche sociali e Famiglia della Regione Lazio, Aldo Forte, sull’approvazione del Piano Rifiuti da parte del Consiglio regionale. “È significativo – aggiunge Forte – che ancora una volta parliamo di un piano, quindi di politiche coraggiose che puntano a sciogliere i nodi e non rimandano i problemi come accaduto in passato. Così è stato per lo sviluppo del territorio con il Piano casa. Così come per le categorie più in difficoltà, messe al centro dell’attenzione regionale con il Piano famiglia e il Piano contro la povertà”.

LEGAMBIENTE – Nel piano rifiuti ci sono molteplici elementi che non convincono, ma almeno la Regione metta sul tavolo i soldi necessari per permettere ai Comuni di raggiungere gli obiettivi fissati dal piano stesso per riduzione, riuso e porta a porta -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Non si può solo far proprio l’obiettivo di legge del 65% al 2012 e poi subito rincorrere la possibilità delle deroghe, servono convinzione e scelte concrete su tempi e modalità, ma soprattutto investimenti seri per raggiungere gli obiettivi che si fissano. Altrimenti lo ‘scenario di piano’, che risponde alle norme di legge, sarà superato dall’assurdo ‘scenario di controllo’ e il pasticcio sarà servito, visto l’attuale ridicolo 15% di differenziata del Lazio.”  Legambiente Lazio torna a criticare il surreale ‘scenario di controllo’ inserito nel testo del piano, ‘a scopo puramente descrittivo come è testualmente scritto, nel quale si ‘valuta il fabbisogno impiantistico dedicato al trattamento dei rifiuti urbani nel caso in cui: – non si realizzino le politiche di riduzione e si abbia una crescita “inerziale” della produzione dei rifiuti; – non si raggiungano gli obiettivi di raccolta differenziata previsti dal Piano in linea con la normativa vigente, ma si abbia una crescita pari alla media dell’incremento annuo del triennio 2006 -2008; la capacità operativa degli impianti di termovalorizzazione non risulti pari a quella autorizzata.’ La differenza tra i due scenari è enorme: nello ‘scenario di piano’, infatti, il CDR recuperato sarebbe al 2017 di 415.456 tonnellate, ma nello ‘scenario di controllo’ il CDR raddoppierebbe quasi, arrivando a 793.423 tonnellate, addirittura creando con un deficit di capacità di incenerimento di 85.523 tonnellate (visto che anche la capacità di incenerimento diminuirebbe a 707.900 tonnellate non considerando le altre due linee autorizzate ma non realizzate). Stessa storia per il trattamento meccanico biologico: ‘permanendo le ipotesi dello scenario di controllo’ (…), ‘potranno essere autorizzate ulteriori capacità di trattamento per il rifiuto indifferenziato e di termovalorizzazione. In particolare: – 425.000 t/a di ulteriore capacità di trattamento per il rifiuto indifferenziato localizzate nei sub ATO di Roma (400.000 t/a) e Rieti (25.000 t/a); – 320.000 t/a di ulteriore capacità di termovalorizzazione da localizzarsi nell’ATO regionale. “Per evitare di ritrovarci i rifiuti per strada, va subito definito un piano dettagliato per la raccolta differenziata porta a porta, la riduzione e il riuso -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. E’ molto preoccupante, infatti, l’abuso che nel piano e nello ‘scenario di controllo’ si fa delle discariche, legato a numeri davvero sovrastimati per il trattamento meccanico biologico, dal quale escono un 35% di CDR, un 2% di Metalli ma ben il 63% di materiali che continuano a finire in discarica tra scarti, FOS e perdite di processo. Insomma siamo alle solite, il piano rifiuti rischia di fatto di servire solo a giustificare l’autorizzazione di ulteriori capacità di trattamento e di incenerimento, piuttosto che a imboccare davvero e con decisione la strada della riduzione, del riuso, della differenziata”. Legambiente è critica anche sull’enorme incremento della produzione rifiuti prevista, basata su irragionevoli indicatori socio-economici (PIL e spese per famiglie residenti): dalle 3.332.572 tonnellate di RSU (rifiuti solidi urbani) registrate nel 2009 nel Rapporto rifiuti ISPRA, si passerebbe a ben 3.675.893 tonnellate di rifiuti nel 2017, con una crescita costante. Poi su questi numeri si applicherebbero le azioni di prevenzione, pur affermando che gli ‘interventi proposti tuttavia sono difficilmente quantificabili perchè spesso legati alla sola responsabilità dei cittadini, in quanto consumatori, e troppo poco a quella dei distributori e dei produttori.” Eppure, negli ultimi anni la produzione è diminuita senza particolari azioni di prevenzione da 3.343.551 tonnellate del 2008 a 3.332.572 tonnellate del 2009 e, se si valuta la produzione pro-capite, la diminuzione è stata costante in tutto l’ultimo quinquennio.

 

 

 

 

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