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POLIGONO AI PANTANI D’INFERNO
Benedetto: “Polemiche strumentali”

Gaetano Benedetto - Presidente del Parco

 LATINA – “Sul poligono di tiro ai Pantani dell’Inferno ancora una volta siamo costretti ad assistere ad una sceneggiata inutile quanto strumentale” così il Presidente dell’Ente Parco Gaetano Benedetto commenta le dichiarazioni di alcuni esponenti politici locali che hanno accusato l’Ente Parco di non aver previsto col Piano del Parco la cancellazione del poligono. “E’ chiaro che si è alla ricerca di pretesti” prosegue Benedetto “così come è chiaro che da un lato non si conoscono gli atti e da un altro non si ha alcuna intenzione di interloquire in modo adeguato sul complesso innovativo delle disposizioni e previsioni che il Piano esprime”.

A tale proposito il Presidente del Parco ricorda che le attività del poligono ai Pantani dell’Inferno sono fatte salve sin dal 1979 dal Decreto Ministeriale istitutivo di quella riserva. Il Piano del Parco non può dunque superare questo decreto, ma anzi deve attenersi (come nel caso di altri decreti come quello che fa salvi i piani regolatori vigenti) alle indicazioni da questo date. Nel caso del poligono l’indicazione a cui il Parco si è dovuto attenere è espressa dall’art. 3 del DM Agricoltura e Foreste (che all’epoca era titolare della gestione del Parco) emanato d’intesa col Ministro della Difesa il 12 febbraio 1979 (che istituisce la riserva naturale dei Pantani dell’Inferno nel Parco Nazionale del Circeo) che testualmente asserisce che “è consentito l’accesso alla riserva naturale per motivi comunque inerenti alle attività addestrative e alla vigilanza durante le esercitazioni di addestramento a fuoco nell’adiacente poligono di tiro, […] mentre resta vietata qualsiasi altra attività che non sia riconosciuta necessaria dal Ministero della Difesa. Per quanto riguarda le attività che sono di specifica competenza degli organi del Ministero dell’agricoltura e delle foreste, queste dovranno essere, in ogni caso, subordinate a quelle del Ministro della difesa”.

L’Ente Parco, indipendentemente dalle opinioni del Presidente e Direttore, ha dunque obbligatoriamente dovuto considerare le attività del poligono che sono state inserite nell’art. 73 del Regolamento. Ciò nonostante l’ente ha posto il massimo della tutela possibile sull’area ponendo su essa la previsione di Piano come zona B1, cioè di assoluta immodificabilità dei luoghi con la possibilità solo di interventi di riqualificazione naturalistica dei luoghi.

“Al di là di ciò” conclude Benedetto “ in via generale nel merito l’Ente condivide la necessità di porre in essere un’azione tesa a dismettere le esercitazioni militari ai Pantani dell’Inferno. Per fare ciò occorre modificare il DM istitutivo della riserva e, se anziché scrivere comunicati stampa, chi oggi inutilmente ed impropriamente attacca l’Ente Parco lavorasse per portare il Comune di Sabaudia a presentare un’istanza in tal senso su cui trovare un largo fronte di adesioni istituzionali e non solo, forse la cosa sarebbe più utile. Noi siamo pronti a supportarla in ogni sede”.

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