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MORTE DI FINESTRA
Pannone: “E’ stato un soldato che ha rappresentato la città”

Ajmone Finestra (Foto specchioquotidiano.it)

LATINA- Non si spegne l’eco della scomparsa dell’ex sindaco di Latina Ajmone Finestra. Ad intervenire e a tracciare un suo profilo oltre che a fare un’analisi anche politica è Giuseppe Pannone , esponente del Partito Democratico, da cui riceviamo e pubblichiamo questa nota.

Giuseppe Pannone

<Ajmone Finestra è stato un uomo fortunato, che ha tentato per tutta la sua vita di essere coerente, nonostante le contraddizioni e i paradossi. E’ stato un ragazzo di Salò e Senatore della Repubblica, istruttore di ginnastica e Sindaco di Latina, un imprenditore scaltro e un politico sensibile. Un reduce dei propri (ingiustificabili) errori, per i quali è stato amnistiato ma dei quali ha sempre portato la colpa. La fortuna lo ha portato ad essere Sindaco di Latina, di quella che ha sempre considerato la “sua” città, anche contro il suo partito, parte del quale, pensando alla sconfitta, in realtà lo voleva mettere fuori gioco. Una concatenazione di eventi paradossali lo portò alla vittoria: la DC spaccata e con due candidati (Davoli e Pierro); al ballottaggio la sfida tra un ex fascista ed un ex comunista (Di Resta); la nascita di un partito azienda che avrebbe poi evidenziato tutti i vizi della politica italiana, bloccandone ogni ambizione. Primo Sindaco votato direttamente dai cittadini, eletto a 73 anni, quando la città ne aveva solo 58! Da quella esperienza Finestra ne esce sostanzialmente sconfitto, nonostante avesse un grande consenso e buone idee. Ne sono la testimonianza Terme di Fogliano e Intermodale; progetti costosissimi falliti miseramente, tra l’ingordigia di alcuni cortigiani e l’incapacità di altri. Ma fu l’avventura con Cervellati la sua vera intuizione e la sua illusione. Dare alla città un piano regolatore avrebbe significato lasciare davvero il  segno del proprio passaggio. Quel progetto si scontrò contro i veri interessi di parte della DC pontina che lo aveva votato e dell’imprenditoria confluita in Forza Italia, non due diverse visioni della città ma interessi contrapposti, tanto che Finestra parlò di “mani sulla città”, facendo intendere che era iniziata l’epoca degli appetiti criminali e delle speculazioni; un’altra sua intuizione rimasta semplice testimonianza. E a Latina ne resta solo il simbolo rappresentato da un vecchio aereo che, fissato al suolo, non può decollare. Uomo intelligente, colto, ironico e, perché non riconoscerlo, simpatico, ma vittima delle sue stesse contraddizioni. Un soldato che, in fondo, ha rappresentato il capoluogo pontino, una città far west, che rifugge le regole, incapace di liberarsi del proprio passato, in cerca di se stessa ma in balia  degli eventi>.

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