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OPERAZIONE CARONTE
Ascoltato Carmine Ciarelli
Interviene la fondazione Vecchi

LATINA – E’ stato ascoltato questa mattina in carcere a Roma Carmine Ciarelli ritenuto dagli inquirenti uno dei reggenti  dell’organizzazione criminale sgominata dalla Squadra Mobile di Latina con l’operazione Caronte che ha portato in carcere 34 persone. Ciarelli, difeso dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha reso alcune dichiarazioni spontanee dicendosi rammaricato per l’arresto della moglie che, ha affermato, non c’entra nulla con la sua attività.

Intanto l’indagine della Mobile va avanti anche per ricostruire la rete di contatti dell’organizzazione e capire quante persone erano finite nella rete dell’usura e dell’estorsione.

FONDAZIONE VECCHI –  E proprio dell’operazione Caronte parla l’associazione Wanda Vecchi secondo la quale “Chi denuncia deve essere tutelato, anche economicamente. Le istituzioni devono impiegare maggiori risorse per fronteggiare l’emergenza”. Per la fondazione gli arresti devono imporre una doverosa riflessione, in particolare sullo spaccato che è emerso rispetto al mancato coraggio da parte delle vittime di denunciare la loro condizione.
“La storia e l’esperienza della nostra Fondazione ci insegnano che denunciare deve essere ‘conveniente’. Il termine convenienza ha un duplice significato: quello della tutela delle forze dell’ordine e dello stato, e nel caso del lavoro svolto a Latina dalla Questura e dalla Procura la dimostrazione è stata di grandissima ed assoluta efficienza, nonché quello di natura economica, pertanto con l’applicazione della normativa che porta il soggetto usurato anche a risolvere i suoi problemi economici.
E’proprio su questo ultimo tassello, purtroppo, che il sistema di tutela a chi si ritrova nelle maglie dell’usura, sta dimostrando delle crepe preoccupanti. A fronte di un aumento dei casi e, soprattutto, così come ha sottolineato la questura e la Procura, a fronte di moltissimi usurati ‘sommersi’, si rileva una scarsità di risorse economiche impegnate da parte delle istituzioni. Per far fronte alle numerossime esposizione economiche di famiglie, imprenditori e ad oggi purtroppo anche di giovani disoccupati, occorronopiù soldi. Sono mesi che la nostra Fondazione denuncia questa criticità, ma ad oggi non si è registrata alcuna inversione di tendenza.
La piena e totale condivisione con le forze dell’ordine e con la Procura, sul coraggio di denunciare, ci fa quindi ritenere doveroso aggiungere che occorre chiudere il cerchio anche sotto l’aspetto economico. Un individuo usurato non trova il coraggio di denunciare se non è in grado di far fronte ai propri debiti. Se ad oggi, alla difficoltà di accedere al credito legale si aggiunge anche la difficoltà per scarsità di risorse da parte di associazioni e fondazioni, le persone che denunceranno saranno sempre meno rispetto a quelle che si lasceranno usurare.
Auspichiamo quindi la massima sinergia tra tutti gli organismi e i soggetti preposti per individuare un percorso che renda conveniente denunciare. Un percorso che renda ancora più efficace il contrasto alla terribile piaga dell’usura.

 

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