LATINA – Prosegue la protesta di alcuni senzatetto che si sono accampati sotto i portici del palazzo comunale, dopo la chiusura del dormitorio pubblico. Nessun passo indietro da parte dell’amministrazione: la struttura dell’ex consorzio agrario resterà sbarrata ora che l’emergenza freddo è terminata. Lo ha deciso ieri il Comune che spiega la decisione una nota.
Il caso ha generato uno scontro politico tra l’opposizione che chiede che la struttura continui a funzionare e che le istituzioni e gli enti mettano insieme le risorse necessarie, e l’amministrazione Di Giorgi convinta che l’ospitalità nel dormitorio debba essere vista come una situazione temporanea, proiettata verso la soluzione delle problematiche che riguardano le singole persone disagiate.
Ciascun comune inoltre dovrebbe provvedere ai suoi residenti, anche se ospitati in inverno per la notte nel dormitorio del capoluogo per evitare “di gravare la spesa pubblica dei cittadini di Latina”. Il Pd ha chiesto al sindaco di ritirare la delega all’assessore ai servizi sociali, Patrizia Fanti.
LA NOTA DEL COMUNE – “A seguito della prevista chiusura del dormitorio comunale, avvenuta in data 1 maggio, i Servizi sociali del Comune di Latina hanno provveduto nelle giornate di ieri ed oggi a colloquiare le circa quaranta persone ospitate nelle ultime settimane, al fine di esaminare i singoli casi e provvedere con conseguenti azioni di assistenza.
Il dormitorio, come noto, era stato allestito esclusivamente per far fronte all’emergenza freddo e la chiusura della struttura era stata posticipata dal 1 al 30 di aprile, come ben conosciuto da tutti, per consentire agli ospiti di poter far fronte alle relative situazioni di disagio.
Solo tredici persone hanno accettato il colloquio con il personale dei Servizi sociali del Comune di Latina, tra cui persone che, pur sostando sotto i portici di piazza del Popolo, non erano mai state nel dormitorio comunale.
Dall’esame delle singole posizioni, grazie anche all’ausilio della Polizia municipale, si è evidenziato infatti che sei di esse sono residenti nel Comune di Latina e sono state già prese in carico dai Servizi sociali. Tre di esse non sono mai state ospitate nel dormitorio comunale e hanno già una abitazione, e una di esse addirittura percepisce già un assegno dal Comune di Latina per l’alloggio; le altre, invece, stanno approfittando della situazione tanto che hanno rifiutato l’assistenza proposta dalle stesse dall’ente comunale.
Altre sette persone sono residenti nei seguenti Comuni: S. Maria Capua Vetere (Ce), Catania, Patti (Me), Roma, Catanzaro, Minturno. Per esse il Comune di Latina, tramite i Servizi sociali, ha proposto assistenza per essere accompagnati nei rispettivi Comuni di residenza, enti di cui sono stati contattati i rispettivi Servizi sociali, anche con il pagamento dei biglietti di viaggio a carico del Comune. Tutti però hanno rifiutato tale assistenza perché intendono continuare a gravare sulle spesa pubblica dei cittadini di Latina.
Il Comune di Latina, pur essendo obbligato a fornire alloggio ai soli residenti, per diversi mesi ha dato ospitalità a tutti i richiedenti e continuerà a dare assistenza e solidarietà in futuro, anche nel nuovo dormitorio, alle persone che ne avranno diritto.
Si invitano tutti coloro che stanno strumentalizzando tale questione a farsi invece portavoce di azioni volte ad agevolare l’accompagno di tali persone il rientro nei rispettivi luoghi di residenza”. (Ufficio Stampa e Comunicazione – Comune di Latina)