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GIORNATA DELL’ECONOMIA
Allarme credito, gli analisti: “Spirale negativa”

LATINA – Il credito è vitale oggi più che mai per le imprese pontine.  E’ quanto emerge dall’analisi stilata dalla Camera di Commercio in occasione della X Giornata dell’Economia che si è svolta questa mattina nell’Aula Magna dell’Università di Latina, sede di Economia e Commercio. Le imprese locali guardano al futuro con più pessimismo  e la preoccupazione  maggiore arriva proprio dalla scarsità delle risorse finanziarie, hanno detto in sostanza gli analisti dell’Ente camerale individuando come settori in tenuta l’artigianato e l’imprenditoria femminile.

LA RELAZIONE – ” L’attuale clima di fiducia delle nostre imprese, in sintonia con le evidenze registrate a livello nazionale, è orientato al peggioramento delle tendenze economiche nei prossimi mesi, in ragione oltre che delle difficoltà peculiari di ogni singola realtà territoriale, anche di una serie di nodi strutturali sui tavoli del Governo da mesi.

Pressione fiscale, costi dell’energia notevolmente più elevati rispetto agli altri Paesi, ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione, restrizione dell’accesso al credito sono solo alcune criticità da risolvere, con cui fanno i conti quotidianamente i nostri imprenditori instancabili.

Le imprese attualmente sono alle prese prima di tutto con un mercato interno sostanzialmente fermo, a cui si aggiunge una scarsità di risorse finanziarie assolutamente allarmante, alla quale si è giunti comunque già in apnea, in ragione del protrarsi della crisi.

Le piccole imprese in particolar modo, strette da un mercato dei capitali pressoché inaccessibile, hanno dato fondo alle proprie riserve, intervenendo con risorse familiari o, comunque, capitali privati per garantire la continuità aziendale e spesso sono ricorse nell’ultimo triennio al mercato del credito prevalentemente per esigenze di cassa, a copertura delle spese di funzionamento, piuttosto che investendo in nuovi programmi.

La spirale che la scarsa disponibilità di risorse finanziarie ha innescato, con una progressione che nell’ultimo anno è tornata a crescere, è quella dell’avvitamento del sistema: le aziende, infatti, sono costrette a concedere ai propri clienti dilazioni di pagamento, che in gergo equivale a “credito a costo zero”, sostenendo tuttavia rischi elevati in relazione all’assenza di garanzie sul pagamento del credito.

Il circuito si autoalimenta, in quanto chi non rientra nei pagamenti in tempo utile, diviene a sua volta “cattivo” pagatore , con ripercussioni sulla stabilità finanziaria dell’intero sistema economico, in debito di ossigeno.

Il rimbalzo negativo della crisi sta mettendo a dura prova la nostra provincia; il 2011 è stato un anno difficile, con settori produttivi in difficoltà, con l’aumentata incertezza di un mercato del lavoro nel quale prevalgono da almeno un triennio prospettive occupazionali di ridimensionamento diffuso degli organici, soprattutto nel comparto industriale che negli ultimi quattro anni ha perso oltre 10.000 addetti. Elevato ricorso agli ammortizzatori sociali, che nella nostra provincia ha raggiunto livelli record inesplorati in serie storica (6,4 milioni di ore autorizzate, il doppio rispetto al 2009), con i rischi connessi di un’ulteriore pesante flessione dovuta al “complicarsi” delle crisi aziendali, alcune probabilmente non in grado di resistere al meccanismo a termine degli ammortizzatori sociali.

Il deterioramento dei mercati è assolutamente evidente anche guardando alla vigorosa crescita del numero di imprese che, attraversando un periodo di crisi aziendale, sono state costrette a ricorrere all’avvio delle procedure concorsuali (156 unità, +65% la variazione nell’ultimo anno, +120% l’incremento rispetto al 2009), con i connessi segnali inequivocabili di una elevata tensione sul mercato del lavoro, con risvolti sulla tenuta sociale da non sottovalutare.

Rispetto al 2007, annualità non coinvolta dalla crisi, le persone in cerca di occupazione risultano attualmente il 30% superiori (gli uomini il 48% in più), per un tasso di disoccupazione stimato al 9,8%, confermando livelli record e superiori alla media regionale (8,9%) e nazionale (8,4%).

Tra l’altro, il 2011 si contraddistingue rispetto agli anni precedenti anche per la crescita vertiginosa dei contratti atipici: interinali e contratti a progetto raggiungono complessivamente le 2 mila 200 unità (+40% rispetto al 2010).

Oltre a ridursi l’intensità di lavoro, il 25% degli occupati dichiara in provincia di Latina di lavorare meno di 20 ore settimanali (il 18% in Italia), si pone un ulteriore problema che attiene alla qualità del mercato del lavoro: il divario tra domanda e offerta di lavoro a livello locale rimane irrisolto, connotandosi per una dimensione costantemente e significativamente superiore (il 30% delle assunzioni previste dalle imprese locali risulta di difficile reperimento, a fronte di una media regionale e nazionale del 20%).

Tuttavia, non sono mancati segnali positivi che testimoniano la grande vitalità e la volontà di reazione delle nostre imprese al momento difficile dell’economia provinciale, italiana ed europea. I sintomi, infatti, di una elevata vivacità imprenditoriale che ha contraddistinto la nostra realtà rimangono a caratterizzare le principali tendenze in atto.

I movimenti demografici per l’anno 2011, pur di fronte ad un quadro congiunturale senz’altro non roseo, sottolineano una sufficiente capacità di tenuta della provincia di Latina, in considerazione della crescente “complessità” del quadro economico-finanziario nazionale e internazionale.

Il parziale recupero l’artigianato che torna su un sentiero di crescita positivo, spinto anch’esso dalla scelta dell’autoimpiego, soprattutto nel campo della trasformazione alimentare, e l’imprenditoria femminile che tiene, grazie alle solide componenti strutturali di fondo: sono questi gli elementi che contribuiscono, compiendo sforzi significativi, alla tenuta del tessuto imprenditoriale.

Fanno da contraltare alla pesante flessione dell’output manifatturiero, i risultati positivi delle vendite all’estero che tornano su valori pre-crisi, grazie al deciso rimbalzo di fine anno, attribuibile prevalentemente alla maggiore vivacità dei mercati europei, soprattutto quello tedesco, tra i primi clienti esteri; registrano recuperi considerevoli sia il settore farmaceutico che l’industria metalmeccanica ed elettronica, a testimoniare una dinamica non ristretta ad una dimensione monosettoriale.

E’ quindi un quadro in chiaro-scuro quello che emerge dalla lettura dei dati del 10° Rapporto provinciale e dell’analisi monografica che lo accompagna, centrata sulle competenze organizzative e finanziarie delle imprese.

Gli sforzi da compiere sono molteplici e la Camera di Commercio è impegnata in prima battuta al fianco delle imprese, in qualità di partner, quale osservatorio privilegiato delle dinamiche economiche e quale luogo delle scelte e degli interventi a favore del sistema imprenditoriale e del nostro territorio.

Piena è la consapevolezza che il compito prioritario di tutti gli attori economici e istituzionali locali non è più rimandabile e non può prescindere dall’innescare un diverso circuito di crescita, che il territorio nella sua interezza deve percorrere e che deve necessariamente coincidere con un’idea moderna di sviluppo basata sulla qualità, sul capitale intellettuale, relazionale e sociale.

A tal proposito sono due gli ambiti di intervento ritenuti prioritari: la formazione e il credito”.

 

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