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LA PROTESTA DEL VITTORIO VENETO
Studenti e prof contro il trasferimento

La protesta del Vittorio Veneto contro il trasferimento

LATINA – Striscioni, slogan e un corteo per le strade del centro cittadino di Latina, per dire “no” al trasferimento del Vittorio veneto. E’ la protesta attuata questa mattina dalla dirigenza, dai docenti e dagli studenti  contro il trasferimento della storica scuola di Viale Mazzini, dalla sua sede originaria, a quella in cui oggi convivono il  Sani e il Salvemini.

Una reazione forse inattesa quella della scuola, che da giorni si oppone alla decisione della Provincia e si dice non disponibile al trasloco: “ci opporremo; da qui non andremo via; basta con le decisioni calate dall’alto senza tener conto delle esigenze dei cittadini e degli studenti” sono alcune delle frasi pronunciate dagli alunni questa mattina.

«Il problema del trasferimento del Vittorio Veneto richiama l’importanza e la grande attualità della consulta delle scuole e dell’istruzione – commenta Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito democratico – e riporta l’attenzione sugli organismi, previsti dallo statuto del Comune di Latina (Art.73 comma 2) per le tematiche inerenti settori sociali di rilievo, ma mai costituiti. La loro istituzione è stata approvata in consiglio comunale con una mozione presentata dalla Zuliani e dal Pd, ma la loro costituzione deve ancora passare in commissione».

«Quando non c’è confronto tra l’amministrazione e gli studenti, i docenti, il personale scolastico e i genitori si creano queste situazioni – spiega la Zuliani -. I genitori hanno iscritto i figli all’istituto Vittorio Veneto perché sapevano (avendolo confermato la Provincia all’inizio dell’anno scolastico) che avrebbero frequentato quella struttura. Tutto l’orientamento scolastico è stato improntato in vista della permanenza in Viale Mazzini. È dunque inopportuno intervenire in questo momento, spostando gli studenti come fossero oggetti. Le persone invece devono essere soggetti di confronto e coprotagoniste delle decisioni».

La Zuliani suggerisce dunque una diversa modalità decisionale, non solo in base al potere, ma alla condivisione.

 

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