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GIUSTIZIA – SEDI DI GAETA E TERRACINA
Di Giorgi propone: “La Regione ricorra alla Corte Costituzionale contro la chiusura”

foto da Dimmidipiù

GAETA – Dopo la notizia dell’accorpamento del Tribunale di Gaeta a quello di Cassino e la soppressione della sede di Terracina per volontà del Consiglio dei Ministri, arrivano le prime reazioni politiche. Il presidente dell’Ordine degli avvocati, Giovanni Malinconico, parlando a nome della categoria, già nei primi minuti si era detto “indignato” per il provvedimento governativo. Oggi arriva anche il commento amaro del sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi, che sollecita la Regione Lazio a ricorrere alla Corte Costituzionale:  “Lo smantellamento degli uffici giudiziari priva il nostro territorio di importanti presidi di lotta contro criminalità e infiltrazioni malavitose. Invito fin da ora i deputati regionali pontini ad attivarsi per il ricorso. E’ stata adottata la soluzione peggiore e più dannosa per il nostro territorio – afferma Di Giorgi – Non solo non siamo riusciti ad evitare la soppressione dei Tribunali di Gaeta e Terracina, ma per Gaeta c’è stato un accorpamento con Cassino, circostanza che porta ad un drastico ridimensionamento della centralità e dell’importanza del Tribunale di Latina, ma anche una forte penalizzazione per il sistema giustizia pontino, a partire dal lavoro degli avvocati”. Lo scorso 25 giugno si era tenuta una conferenza dei sindaci proprio sul tema Giustizia: una seduta che “aveva portato – continua Di Giorgi –  ad una posizione chiara e unanime sull’emergenza Giustizia nel nostro territorio, con l’obiettivo di coinvolgere le istituzioni della nostra provincia in azioni comuni e incisive per dire no alla soppressione delle circoscrizioni giudiziarie di Gaeta e Terracina”.

Sul tema è intervenuto anche l’assessore regionale alle Politiche sociali, Aldo Forte, che in sostanza spiega che il provvedimento è pressoché irrevocabile: “Abbiamo lavorato molto in questi mesi per evitare la chiusura delle sedi distaccate di Gaeta e Terracina. La decisione del Governo, come ci ha spiegato personalmente il ministro Paola Severino, è avvenuta con l’unica finalità di migliorare nel complesso l’organizzazione della giustizia in Italia. Un fatto che costituisce senz’altro una delle priorità nel nostro Paese, tanto che si può essere d’accordo o meno sulle modalità, ma non certo sugli obiettivi. Dopo questo chiarimento da parte del ministro – continua Forte – la battaglia bipartisan condotta fino a quel momento per il mantenimento delle sedi distaccate è venuta meno. Non si trattava più di discutere su quale sede distaccata tenere aperta, tanto è vero che il Consiglio dei Ministri le ha chiuse tutte senza alcuna esclusione. Ma l’argomento, come in precedenza, rimaneva esclusivamente come salvaguardare al meglio gli interessi dei cittadini e del Sud Pontino. Da qui, abbiamo iniziato a difendere la posizione del tribunale di Cassino che dista solo trenta chilometri dal nostro territorio e a perorane la causa. E, da questo punto di vista, la decisione del Consiglio dei Ministri di mantenerlo in vita non può che essere salutata come una grande vittoria della politica. Una vittoria che, mi rendo conto, per l’Ordine degli avvocati di Latina ha il sapore di una sconfitta perché perde autorevolezza e potere. Ma la politica difende gli interessi dei cittadini e non delle caste, proprio come in questo caso”.

Claudio Moscardelli, vice capogruppo del Pd in Regione, ha poi spiegato che i motivi della chiusura sono diversi dalla politica: “Cassino è salva solo perché ha lo status di tribunale. Se fosse stata una sede distaccata, non sarebbe sopravvissuta al taglio proprio come Gaeta. Il provvedimento – ha affermato il consigliere – è comunque in generale, sbagliato e dannoso: il taglio delle 220 sedi distaccate in tutta Italia, ingolfa la giustizia e spreca risorse per tutte le strutture nuove che non saranno usate”.

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