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FORMIA, INCHIESTA SULLA PALAZZINA ESPLOSA
Il Pm indaga per disastro colposo
Sopralluogo degli specialisti dei vigili del fuoco

Il sopralluogo tecnico del Comandante D’Angelo In Via madonna di Ponza a Formia

FORMIA – Proseguono gli accertamenti tecnici nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Latina sull’esplosione verificatasi domenica nel condominio Rio Fresco in Via Madonna di Ponza a Formia. Ieri pomeriggio il Comandante Provinciale VV.F. di Latina Cristina D’ ANGELO, con la squadra di “specialisti” della Sezione Investigativa sono tornati sul luogo del disastro per un sopralluogo eseguondo gli esami strumentali necessari ad accertare le cause della fuga di gas dalla bombola di gpl che si trovava all’interno dell’appartamento da cui si è generata l’esplosione. Visionata dagli esperti anche la bombola del gas sequestrata e conservata presso il comando dei vigili del fuoco di Gaeta. Si attendono ora gli esiti degli acceramenti tecnici e delle rilevazioni compiute, mentre il magistrato ipotizza il reato di disastro colposo .

IL BILANCIO – Nello scoppio sono andate completamente distrutte due abitazioni, un altro appartamento è stato gravemente danneggiato. Dieci sono le persone ferite tra cui un bambino di pochi mesi, diciannove le persone senza tetto di cui sette ricoverati presso le strutture ospedaliere di Formia e Latina. E’ il bilancio dell’eplosione avvenuta domenica a Formia, e che ha praticamente reso inagibile un’intera palazzina. Per il primo cittadino di Formia, Michele Forte, «poteva essere una strage e la mobilitazione delle forze dell’ordine, vigili del fuoco, protezione civile e operatori sanitari è stata tempestiva ed efficace. E intanto il Comune ha subito provveduto a sistemare le persone evacuate in un albergo cittadino.

Una parte della palazzina crollata

Al momento non ci sono indagati ma l’ipotesi di reato è grave: disastro colposo. Il sostituto procuratore della Repubblica di Latina Valerio De Luca ha aperto un fascicolo contro ignoti per accertare la causa e le eventuali responsabilità sull’esplosione. Nell’appartamento c’era l’impianto per il gas metano, ma la famiglia albanese che lo occupava regolarmente continuava ad usare la tradizionale bombola che, probabilmente difettata, ha saturato l’ambiente di gas prima della devastante deflagrazione. Intanto proseguono gli accertamenti tecnici degli stessi Vigili del Fuoco che vogliono appurare se la bombola di gas sequestrata dai Carabinieri, è stata caricata con gpl da autotrazione. In quel caso il gas non avrebbe avuto odore e dunque la perdita non sarebbe stata avvertita.

Intanto migliorano le condizioni dei 10 feriti, ad eccezione dell’albanese di 33 anni (F. K. Le sue inziali) ricoverato al Goretti a Latina con importanti bruciature su tutto il corpo. Dimessi tutti gli altri, cpmresi i bambini di 7 e 4 annie qurello di 8 mesi che aveva riportato un ematoma all’occhio destro.

 

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