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NO ALLA ROMA LATINA
Legambiente si mobilita
Sabato la manifestazione

Un tratto della SR 148

LATINA – Legambiente aderisce al corteo contro l’autostrada a pedaggio Roma – Latina che sabato alle 9.30 si avvierà da Tor de’ Cenci fino a Torrino Mezzocammino, con un ampio fronte di comitati promosso dal Comitato No Corridoio Roma-Latina. All’inizio di agosto, il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) ha dato il via libera al nuovo nastro di asfalto, con viadotti, gallerie, un enorme ponte sul Tevere da 1,5 km e un enorme costo che, al netto dei ribassi d’asta, sarebbe pari a 2.425,5 miliardi, dei quali 520,1 milioni di euro per la tratta tra la Roma-Civitavecchia e Tor de’ Cenci, ai quali si aggiungono 1.319 milioni di euro per la tratta Roma – Latina e 586,4 milioni di euro per la bretella Cisterna-Valmontone. Finanziamento pubblico del 40 per cento, per un totale di 970,2 milioni di euro, dei quali solo 468,1 milioni di euro già disponibili.

“ Oltre al danno la beffa, la Roma-Latina continua ad essere abbandonata senza interventi seri di manutenzione, mentre si continuano a progettare opere faraoniche e dannose -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Le criticità ambientali evidenziate mille volte per questa nuova struttura sono enormi e non si giustificano, il tracciato attuale viene abbandonato troppe volte espropriando centinaia di ettari agricoli, le Riserve di Decima Malafede e del Litorale Romano vengono definitivamente spaccate in due, mentre tutto questo sarebbe stato evitabile con un intervento di messa a norma della Pontina. Nel caso della bretella verso la A12, poi, il progetto è davvero assurdo, il viadotto disegnato è praticamente sopra le case del quartiere che non era stato costruito quando fu approvata la Valutazione di Impatto Ambientale, e porterà un pesante inquinamento e rumore nelle abitazioni. La Regione Lazio deve tornare ad avere al più presto un governo con pieni poteri per fermare questo scempio.”

In questo contesto di nuovo asfalto, Legambiente rilancia anche tutte le preoccupazioni contro il GRA bis, la nuova autostrada a pedaggio con sei corsie che taglierebbe la zona sud di Roma, da Tor de’ Cenci verso San Cesareo e poi Fiano . Un progetto faraonico da 34 chilometri e mezzo, tre corsie per senso di marcia, un miliardo e 700milioni di euro, tornato alla ribalta dopo che il 12 luglio scorso si è svolta la seconda conferenza dei servizi al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, tra i ben 38 soggetti coinvolti, dal promotore Roma Intermodale (il consorzio creato da Aeroporti di Roma, Anas e Agenzia Roma servizi per la mobilità).

“ Un GRA bis a 4-5 km di distanza dall’attuale non serve a nulla, i pochi soldi pubblici disponibili e quelli più ingenti delle imprese vanno indirizzati sulle ferrovie e sul trasporto pubblico regionale, piuttosto che su opere inutili e impattanti -dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. A Roma e nel Lazio abbiamo il più alto tasso di motorizzazione d’Italia con 976 auto ogni 1.000 abitanti, lo smog che viene battuto solo dalle piogge e un intasamento che porta mediamente i cittadini a perdere 74 minuti al giorno nel traffico, con costi sociali e per le imprese che si aggirano intorno ai 10,3 punti percentuali di PIL e sono determinati per il 63% dal trasporto passeggeri e per il 34% da quello merci. La crisi ambientale, economica e climatica impone di scegliere in modo molto attento le priorità degli investimenti e sono chiare le indicazioni del piano Europa 2020 che vedono nella crescita sostenibile una delle urgenze assolute, si parla di de-carbonizzare il sistema trasporti per aumentare la competitività, altro che nuovo asfalto.”

Al vaglio ci sarebbero addirittura tre ipotesi, con sei snodi all’altezza di Tor dè Cenci, Laurentina, Anagnina – Tuscolana, A1 Roma-Napoli, Casilina e A1 Fiano – San Cesareo, nove chilometri di gallerie, circa 8,5 chilometri in trincea, dodici comuni interessati e cinque municipi attraversati. Un’opera da ridiscutere in modo serio e con molta celerità, visto che nel 2009 la Comunità Europea avrebbe già deciso di cofinanziare questa opera, i tavoli tecnici della fase di concertazione sono in corso e si chiuderanno nel prossimo dicembre, nel 2013 dovrebbe partire la gara d’appalto e nel gennaio del 2016 dovrebbero partire i lavori, per concludersi dopo tre anni.

 

 

 

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