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OPERAZIONE SAN MAGNO
Tutti muti i “capi” negli interrogatori in carcere
Ascoltate anche le donne e gli indagati minori

Carlo Zizzo, considerato il vertice dell’organizzazione, viveva ai Parioli. Non ha risposto alle domande del gip nei due diversi interrogatori in carcere.

LATINA – Non ha risposto alle domande del Gip nel carcere di Regina Coeli a Roma, Carlo Zizzo, il 52 enne fondano considerato il vertice di un’organizzazione dedita al narcotraffico e smantellata grazie ad un’indagine dei carabinieri del nucleo investigativo di Latina coordinata dalla Direzione distrettUale Antimafia. Accusato di associazione per delinquere dedita al traffico internazionale di stupefacenti, con altre 34 persone inserite nell’organizzazione a vari livelli, Zizzo è rimasto muto, come aveva fatto il giorno precedente, quando era stato ascoltato in relazione alle accuse di usura ed estorsione in un’indagine parallela dei militari di Formia.

A Rebibbia sono state invece ascoltate alcune delle donne inserite nell’organizzazione criminale, tra cui figurano anche i nomi della moglie e della figlia di Zizzo.

Nelle carceri di Latina, Roma e Viterbo è stato invece il giorno degli interrogatori per alcuni “capi” del clan Zizzo: Nico Carroccia di Lenola, Massimiliano Cecconi di Terracina, Luigi Murciano di Latina e Remo Rega di Fondi. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Si sono professati innocenti invece alcuni “pesci piccoli” finiti nella rete dell’operazione San Magno: Tullio De Virgilio, Simone Luigi Di Gregorio e Matteo Fusco, hanno risposto alle domande del giudice sostenendo di essere vittime di un errore giudiziario.

 

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